Pubblicato il 27/07/2021, 14:32 | Scritto da La Redazione

La Rai alle Olimpiadi con un modello obsoleto

Il disastro olimpico della Rai

Il Foglio, pagina 1, di Mat.Mat.

È estate, si va in vacanza. Un bel weekend al mare, crema solare, lettino, cuffie e tablet per gustarsi in relax le Olimpiadi di Tokyo. Niente di meglio che usare la più fortunata delle invenzioni Rai degli ultimi decenni, quella RaiPlay che non ha niente da invidiare ai colossi del settore. Peccato che, su RaiPlay, non ci sia niente. Neppure un secondo di taekwondo, sport di cui diveniamo cultori a ogni tornata olimpica. Neanche un colpo di fioretto. E i piattelli, chi li ha visti? Niente. La Rai, infatti, per una mera scelta economica – scellerata – non ha comprato i diritti per trasmettere i Giochi in streaming. Volete riparare sulla radio, magari sintonizzandovi col vostro iPhone su Rai Radio 1 e la sua “tutta l’Olimpiade minuto per minuto”? Provateci: ascolterete solo musica di vario genere (domenica mattina all’alba, mentre in Giappone ci si giocava qualche oro, Radio1 trasmetteva E allora mambo di Vinicio Capossela seguito da apprezzabili successi degli 883).

Come mai? Stesso motivo: i diritti. L’Olimpiade la potete seguire sì su Rai Radio 1, ma solo sulle care vecchie frequenze FM o Dab. Insomma, bisogna sintonizzare la radiolina, come una volta. Presente la scena di Fantozzi che si fa orientare da Mariangela la radio in auto pur di non perdersi un istante di Inghilterra-Italia? È la stessa cosa. Ecco allora un appello ai nuovi vertici della tv pubblica: fatela entrare nel Terzo millennio.

La rincorsa degli OTT

È inutile versare lacrime sui giovani che preferiscono Netflix se poi, quando potrebbero ricordarsi di mamma Rai, lei non si fa trovare. Il modello scelto per seguire i Giochi è lo stesso di sempre, vecchio: un unico canale dedicato per duecento ore complessive, tg olimpico ogni due ore, specialone in prima serata riassuntivo e spezzatino continuo. Si salta da uno sport all’altro, prediligendo il fatto che ci siano italiani e dando poca importanza al “peso” dell’evento: Francia-Stati Uniti di basket, forse, meritava più di una gara di softball (con tutto il rispetto). Si inizia a guardare un match di volley e subito si viene risucchiati nell’ultimo scorcio di un assalto di sciabola perché un italiano è in gara anche se sotto di otto-nove stoccate.

Finito quello, si passa alla canoa. Tre minuti dopo, il tiro con l’arco. E così via, un pastone che fa vedere molto (non tutto) ma che alla fine disorienta il povero spettatore. Con incidenti spaventosi sempre in agguato, come accaduto domenica, quando la finale per il bronzo del fioretto femminile è stata mandata in differita perché alle 13, con puntualità sovietica, andava trasmesso il Tg2, che tra un servizio sulle vacanze a Portofino, la Caritas di Torino e la giornata degli anziani, faceva sì che la rete olimpica si perdesse pure la corsa alle medaglie degli azzurri. Oltre al danno, poi, puntuale arriva la beffa: mandando in differita l’assalto di Alice Volpi nel fioretto, Rai2 si perdeva il bronzo del pesista Mirko Zanni. E’ un modello, questo, che andava bene vent’anni fa, quando quella era la contemporaneità.
(Continua su Il Foglio)