Pubblicato il 26/07/2021, 14:33 | Scritto da La Redazione

Vi spiego io Temptation Island

Vi spiego io Temptation Island
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Walter Siti, grandissimo scrittore e anche autore Tv, smonta pezzo a pezzo il programma di Maria De Filippi. E poi lo ricompone per spiegarne pregi, difetti e… seduzioni.

Il vero viaggio nei sentimenti oltre il ristagno delle tentazioni

Domani, pagina 13, di Walter Siti.

Già solo se traducessimo in italiano il titolo, L’isola delle tentazioni (con quel retrogusto cattolico, il serpente eccetera), capiremmo facilmente che dietro lo spettacolo di corpi piuttosto ben fatti e seminudi sulle spiagge sarde si nasconde un’ambizione educativa. Uomini e donne, la rivista spin-off del programma condotto da Maria De Filippi, raccomanda addirittura un «metodo Temptation». Il metodo consiste nel mettere alla prova l’amore di coppia, contrastando la routine e risvegliando la passione. Temptation Island è la trasmissione estiva prodotta dalla Fascino, l’azienda fondata per l’appunto da Maurizio Costanzo e De Filippi, e con Uomini e donne c’è un rapporto di porte girevoli: molti tentatori e tentatrici provengano da lì, e non è improbabile che lì possano andare i più belli tra i concorrenti. Tra i lavori precari a cui i venti-trentenni sono costretti, quello di personaggio televisivo non è da buttar via.

Il sadismo autoriale si esercita nel titillare, con diabolica insistenza, ogni più piccolo spunto di gelosia, non solo mostrando a lui la fidanzata abbracciata a un altro e viceversa, ma scegliendo nel montaggio le dichiarazioni dell’uno o dell’altra che possono fare più male; gelosia non solamente sessuale quindi, ma della privacy violata, della confidenza negata al partner e concessa al primo venuto. C’è perfino una gelosia in negativo: ma chi si crede di essere per non osare nessun approccio, vuol proprio dimostrare che lui sarebbe il santo (o: che lei sarebbe la santa) inchiodando me al ruolo di infedele?

Viaggio nei sentimenti

Lo slogan continuamente sbandierato per definire il programma è «un viaggio nei sentimenti»; ma più che un viaggio si tratta di una sonda, o meglio di una lente d’ingrandimento posta su un momento specifico e del tutto eccezionale, in condizioni di forzatura evidenti. Lo spazio è una bolla (quest’estate anche anti-Covid) dove non arrivano né la cronaca né la quotidianità familiare, solo giochi e seduzione, il tempo è delimitato dal format: tre settimane, ma già dopo la prima qualcosa deve accadere altrimenti lo spettacolo ristagna, già qualche coppia deve scoppiare. È la stessa artificialità spazio-temporale in cui ci conducono i romanzieri coi loro racconti, ma in questa struttura fittizia si macinano (o si dovrebbero macinare) vite vere.

Per gli spettatori è un apparato che è supposto scatenare meccanismi di identificazione come per i romanzi, ma anche (perché no?) istruire sullo stato dei sentimenti di coppia oggi in Italia. E allora partiamo dall’imparare: che cosa ci insegna il casting di quest’anno, da un punto di vista psicologico e soprattutto sociologico? Intanto che in quattro coppie su sei la donna è maggiore d’età dell’uomo (un clamoroso 40-21, ma pure un 31-24, e un 34-28, più un modesto 31-30), dieci anni fa non sarebbe successo. E poi è sempre la donna (almeno così dice il conduttore Filippo Biscaglia, ogni anno meno imbranato) che scrive per partecipare al programma; è lei che sfida l’uomo a «mettersi in gioco» – è lei l’inquieta, l’insoddisfatta, mentre generalmente per l’uomo il tran-tran di coppia andrebbe già bene anche così.
(Continua su Domani)

 

(Nella foto Temptation Island)