Pubblicato il 22/07/2021, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Netflix entra nel mondo del gaming

Netflix entra nel mondo del gaming
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: nell'ultimo trimestre il gigante dello streaming video ha attirato 1,54 milioni di abbonati in più. Per il futuro ci sono in programma videogame basati su serie tv e film.

Netflix rallenta e pensa ai giochi

ItaliaOggi, pagina 16, di Claudio Plazzotta.

Netflix esce da 24 mesi eccezionali, nei quali ha guadagnato 54 milioni di nuovi abbonati, raggiungendo quota 209,2 milioni di clienti complessivi. Ma è chiaro che per un colosso come quello fondato da Reed Hastings è importante sempre la promessa di un futuro migliore, soprattutto dopo l’ultimo trimestre aprile-giugno 2021 in cui lo streaming a pagamento di Netflix ha attirato solo 1,54 milioni di abbonati in più (comunque superiori alle stime, che parlavano di un milione), con un calo di 430 mila unità nel mercato più pregiato, ovvero gli Stati Uniti e il Canada.

Il primo fattore di novità è allora quello del gaming, dove Netflix si prepara a debuttare dopo aver ingaggiato Mike Verdu (in precedenza agli Oculus Studios di Facebook e a EA) come nuovo vice president della divisione videogame. L’obiettivo, spiega Greg Peters, chief operating officer e chief product officer di Netflix, «è quello di creare giochi basati sulle serie originali e i film originali di Netflix, da affiancare poi a giochi completamente nuovi, e a giochi distribuiti in licenza». Il gaming, comunque, sarà solo una nuova categoria di prodotti da offrire agli abbonati, senza costi aggiuntivi. All’inizio ci si focalizzerà su giochi per device in mobilità, e solo successivamente ci si concentrerà anche sulle altre modalità di fruizione. La seconda leva su cui punta Hastings è la potenziale crescita che ancora c’è nei mercati in cui opera Netflix.

Le abitudini negli Usa

Secondo i dati Nielsen, infatti, nella torta dedicata al tempo passato davanti a uno schermo tv negli Stati Uniti lo streaming assorbe solo una fetta del 27%, mentre la tv lineare ha ancora il 63%. All’interno di quel 27%, poi, il 7% è di Netflix, il 6% di Youtube, il 3% di Hulu, il 2% di Prime Video e il 2% di Disney+ (sempre secondo Nielsen). «Ci sono perciò ampi margini di crescita», dice Hastings, «soprattutto fuori dagli Usa dove queste percentuali, per lo streaming, sono ancora più basse. Ed è una evoluzione certa, poiché lo streaming è destinato a soppiantare la tv lineare, basti vedere le recenti operazioni Warner Media-Discovery o l’acquisizione di Mgm da parte di Amazon.
(Continua su ItaliaOggi)

 

(Nell’immagine il logo di Netflix)