Pubblicato il 19/07/2021, 11:31 | Scritto da Andrea Amato
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Il problema della politica italiana con Fedez? L’invidia

Il problema della politica italiana con Fedez? L’invidia
Il nemico comune dei nostri politici, da sinistra a destra, oggi sembra essere il rapper milanese, reo di aver espresso opinioni personali. Ecco il motivo, secondo noi.

Fedez è sostenitore del DDL Zan

La politica italiana, nell’anno del Governo delle larghissime intese, ha finalmente trovato un nemico comune. Che sia l’unico partito di opposizione, ovvero Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni? Assolutamente no, bensì si tratta del rapper-influencer Fedez, al secolo Federico Lucia. Il marito di Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale più famosa al mondo, ha avuto l’ardire di esprimere le sue opinioni, riuscendo nell’incredibile impresa di unire tutte le forze politiche, da sinistra a destra, nell’odio comune nei suoi confronti. Gli artisti, cantautori e non solo, da sempre partecipano al dibattito politico e mai nessuno si era permesso di contestare le loro esternazioni, ma questa volta sì.

Fedez è uno dei tanti sostenitori del DDL Zan, ma nell’aula di Montecitorio un deputato di maggioranza (appartenente alla Lega), durante un intervento parlamentare (quindi in quello che dovrebbe essere il momento più alto della vita democratica del nostro Paese), ha sostenuto che l’endorsement del rapper fosse motivato dalla necessità di vendere più smalti per uomini. Quindi, un onorevole della Repubblica italiana ha di fatto sostenuto nell’esercizio delle sue funzioni parlamentari che: se Fedez è testimonial di un brand di smalti per uomini, e Fedez difende il DDL Zan, significa che Fedez vuole vendere più smalti per uomini. Questo è oggi il livello del dibattito politico dei nostri rappresentanti.

L’invidia

Probabilmente il problema di accettazione di Fedez sul piano politico è di puro classismo: Fedez non è nato a Roma Nord o nella prima cerchia dei Navigli di Milano e non è figlio della buona borghesia, i suoi genitori avevano un bar nell’hinterland milanese. Non viene accettato o preso sul serio perché non può vantare un diritto di nascita, il suo ascensore sociale (dalla periferia alla Lamborghini in garage) è malvisto, perché solletica uno dei sette peccati capitali del nostro Paese: l’invidia.

Quindi, Fedez non può parlare di temi sociali e politici come altri imprenditori o artisti solo perché «è un arricchito». Quello che per la casta è un bug di sistema scaturito dall’incontrollabilità della Rete, per le nuove generazioni è invece un valore aggiunto, un modello di riferimento: da Rozzano si può arrivare a un attico a City Life, solo grazie al proprio talento. E anche se parla di uguaglianza, inclusione e merito, non importa, va comunque demonizzato, perché è un corpo estraneo al sistema, un intruso. Quindi, che continui a fare le sue canzonette, senza rompere le scatole, senza guadagnare troppo e senza provare a dire che “il re è nudo”. Pena il linciaggio in pubblica piazza. Benvenuti in Italia, il Paese delle possibilità (negate)!

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto Fedez)