Pubblicato il 16/07/2021, 11:34 | Scritto da La Redazione
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E, tanto per cambiare, sulla Rai è rissa tra i partiti

E, tanto per cambiare, sulla Rai è rissa tra i partiti
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: furibonda Giorgia Meloni perché nel nuovo consiglio d’amministrazione di viale Mazzini non c’è un solo rappresentante dell’opposizione, ovvero del suo partito: «Giornata buia per la democrazia. Decisione scandalosa e precedente pericoloso».

Meloni contro B. e Salvini. E Soldi rischia in Vigilanza

Il Fatto Quotidiano, pagina 7, di Gianluca Roselli.

Il giorno dopo le nomine parlamentari dei quattro consiglieri Rai, è la commissione parlamentare a diventare centrale. Perché è lì che si ripercuoteranno le turbolenze delle ultime ore. Sia il fatto che Fratelli d’Italia sia rimasta fuori dal Cda; sia il malcontento interno dei 5 Stelle su Alessandro Di Majo, il candidato voluto da Giuseppe Conte; ma pure qualche scossa in Italia Viva e Pd. Si parte, però, con l’irritazione di Giorgia Meloni, che si è vista tagliare la strada dagli alleati di centrodestra, che hanno votato il leghista Igor De Biasio e Simona Agnes (quota FI), lasciando fuori Giampaolo Rossi. E sembra di rivivere i giorni del braccio di ferro sul Copasir, quando Meloni e Salvini non si parlarono per settimane.

«A sbagliare è stata lei», racconta una fonte forzista, «le avevamo chiesto di scegliere insieme un candidato condiviso e si sarebbe trovato facilmente un accordo, ma lei si è irrigidita su Rossi». Così nel derby s’è infilata la Lega, che ha colto la palla al balzo per far fuori FdI dalla partita. «I due consiglieri di centrodestra lavoreranno per garantire libertà d’informazione, pluralismo e pari dignità per tutti», dice il leghista Alessandro Morelli, cercando di rassicurare i meloniani. Che nemmeno lo stanno a sentire. «Giornata buia per la democrazia. Decisione scandalosa e precedente pericoloso, che tiene fuori dalla Rai un partito col 20% dei consensi», afferma Meloni.

La furia della Meloni

I suoi, intanto, convocano una conferenza stampa in Via della Scrofa. «Draghi non faccia Ponzio Pilato, Mattarella non si volti dall’altra parte. Questo è uno sfregio alla democrazia!», attacca Ignazio La Russa, che «come compensazione» chiede la presidenza della Vigilanza. «Perché Barachini dovrebbe restare al suo posto…?», s’interroga. Richiesta che viene rispedita al mittente da Forza Italia. «E perché mai? La legge non lo prevede, non è come il Copasir.

Tanto più che il presidente Barachini è una garanzia di pluralismo e di difesa dei diritti di tutti», replicano i berluscones. Solo Elio Vito fa sponda ai meloniani, dicendosi favorevole. Ma lo pensano anche a sinistra e pure l’Usigrai. «Quanto è accaduto è la prova lampante di quanto la legge Renzi sia peggio della Gasparri, va riformata la governance» dice Vittorio Di Trapani.
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

(Nella foto Giorgia Meloni)