Pubblicato il 07/07/2021, 19:04 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Stefano Coletta: Raffaella Carrà non ha risposto agli ultimi messaggi, lì ho capito

Stefano Coletta: «Parlare ai giovani è la vera sfida di Rai1»

La Repubblica, pagina 39, di Silvia Fumarola.

Tempo di bilanci, ma è impossibile non iniziare una chiacchierata col direttore di Rai1 parlando di Raffaella Carrà: quando dirigeva Rai3 l’aveva riportata in tv con A raccontare comincia tu. Lei lo ripeteva divertita: «Mi ha corteggiato tanto». «Quando ero stato nominato a Rai1 le avevo mandato un messaggio: “Ti tocca anche la prima rete”», racconta Stefano Coletta. «Le ho scritto varie volte, per la prima volta non aveva risposto, ma i collaboratori mi avevano rassicurato: “Non risponde perché è fuori”».

In cosa avrebbe voluto coinvolgerla?
«Sanremo, Eurovision. L’ultimo messaggio il 18 giugno, sono gli auguri per il compleanno. Silenzio. Conoscendo Raffaella ho capito che qualcosa non andava. Era unica, ora dobbiamo ricordarla come merita».
Si è chiusa una stagione complessa.
«Sono arrivato quasi un anno e mezzo fa a Rai1, l’obiettivo è stato mantenere la leadership provando a innovare. Ho avuto solo 20 giorni: il primo Sanremo di Fiorello e Amadeus, poi è arrivato il Covid, quindi il lockdown. Programmi sospesi, è cambiato tutto. In questo anno però Rai1 è cresciuta negli ascolti, il prime time è al 20% di share, il daytime è sopra il 17%. Sono felice di aver riportato Antonella Clerici al mezzogiorno e di aver puntato sui giornalisti, Serena Bortone e Alberto Matano sono stati una scelta vincente».

La fiction ha aiutato il prime time. La canzone segreta non ha decollato: poche emozioni.
«L’ipnosi ripetitiva ha impedito un’autenticità per cui sembrava tutto meccanico, ma Serena Rossi è un talento. Non sono pentito. Le emozioni sono arrivate con The voice senior. Ballando con le stelle, che è andato benissimo, ci ha fatto soffrire per i contagi. Il Covid e le regole strettissime hanno tolto carburante a ogni chilometro. Però Domenica in senza pubblico, con Mara Venier seduta al tavolo ha fatto ascolti altissimi».
Segno che contano gli argomenti.
«A Sanremo l’Ariston con la platea vuota ci ha fatto capire che Fiorello e Amadeus sono stati eroici. Con i Maneskin Ama ha fatto la rivoluzione, il segno che Rai1 sa raccontare i tempi, è vicina ai giovani. L’equilibrio è raggiunto, ora inseriremo volti nuovi».
Alessandro Cattelan farà solo due puntate: non sono poche?
«Da grande, che è tipo miniserie, ironizza sul fatto che diventi grande a 40 anni: è un test importante per capire anche l’approdo di un volto lontano dalla tv generalista. La fascia 15-24 anni salta sui racconti, la sfida è portare volti nuovi. L’offerta estiva funziona».
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto Stefano Coletta)