Pubblicato il 18/06/2021, 15:04 | Scritto da La Redazione
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Emma non si ferma mai. Mai!

Emma non si ferma mai. Mai!
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il singolo in duetto con Loredana Bertè, “Che sogno incredibile”, domina in radio e anticipa la raccolta “The best of ME”, in uscita il 25 giugno. Appena concluse le riprese della serie “A casa tutti bene di Muccino” per Sky Atlantic partirà a luglio con quelle dei provini di “X Factor” (a ottobre sarà di nuovo tra i giudici del talent). Infine, un film-documentario in lavorazione per suggellare i primi dieci anni di musica e di vita. Che fenomeno!

Emma Marrone: «Sul palco so no una star ma poi esco in ciabatte»

Il Messaggero, pagina 27, Mattia Marzi.

Il tour per festeggiare – con un anno di ritardo, causa pandemia – il decennale della vittoria ad Amici, che nel 2010 la lanciò (stasera e domani gioca in casa, all’Auditorium di Roma, la città dove a 26 anni si trasferì dal Salento subito dopo il talent e dove ancora oggi vive, in zona Monteverde). Il singolo in duetto con Loredana Bertè, Che sogno incredibile, che scala la classifica delle canzoni più trasmesse in radio e anticipa la raccolta The best of ME, in uscita il 25 giugno. Le riprese della serie A casa tutti bene di Muccino per Sky Atlantic appena concluse e quelle dei provini di X Factor che partiranno a luglio (a ottobre sarà di nuovo tra i giudici del talent, insieme a Manuel Agnelli, Mika e Hell Raton).  Un film-documentario attualmente in lavorazione per suggellare questi primi dieci annidi musica e di vita. Emma non si ferma un attimo.

Le dichiarazioni sull’Eurovision e Damiano dei Maneskin hanno offuscato la partenza del tour: «La solita storia acchiappa like su Internet», ha scritto sui social. Pensa di essere stata fraintesa?
«No. Damiano, che è intelligente, ha letto quello che ho detto, come l’ho detto: mi ha dato ragione».
Perché se l’è presa, allora?
«Perché i leoni da tastiera non vedono l’ora di fomentare odio nei miei confronti. I titolisti del web che hanno estrapolato quei concetti dovrebbero andare al mare a fare castelli di sabbia con i bambini».
«Non scomodiamo il sessismo quando non serve», ha twittato Selvaggia Lucarelli. Risponde?
«Io so quello che dico. E ho raccontato una cosa vera: Victoria, la bassista dei Maneskin, vive le stesse cose. Lo ha detto anche Damiano. Perché queste inutili bagarre?».
Colpa forse dei pregiudizi nei suoi confronti, legati al suo percorso?
«Ho sempre dovuto dimostrare il triplo rispetto agli altri. Le radio non mi passavano, anche se vendevo 400 mila copie. Per tutti ero e sono quella di Amici, ma prima del talent ci sono stati anni e anni di gavetta. Dopo le Lucky Star (il trio con il quale vinse Superstar Tour nel 2003, ndr), cambiai tutto: mi misi a suonare nei club e nei centri sociali. Fondai una band, i Mjur: scrivevo io tutti i testi. Salivamo sul palco con la vernice sul volto, eravamo inascoltabili. A Torino incidevamo per la stessa etichetta dei Linea 77, condividevo i camerini con i Tre Allegri Ragazzi Morti. Conservo ancora una lettera di Giovanni Lido Ferretti».

Cosa le scrisse?
«Che dovevo continuare a crederci: vedeva un fuoco dentro di me. Lo stesso che vide Battiato. Mi dedicò un dipinto, una tela di un rosso acceso e una donna nel mezzo, con un cerchio bianco sulla testa: “E il terzo occhio: sai vedere”».
Di quel periodo cosa le è rimasto?
«L’attitudine, la vita on the road. Niente aerei: quando sono in tour viaggio in macchina o furgoncino. Sudore e gin tonic con i musicisti: per me è la cosa più sexy di questo lavoro. Sono una popstar sul palco, antidiva dietro le quinte e nella vita di tutti i giorni».
Cioè?
«Giro per Roma in sandali e pantaloncini, vado in pizzeria in ciabatte, struccata. Non ho mai puntato sull’estetica. Vorrei poter dire che durante il lockdown ho scoperto lo yoga e la meditazione, invece sono stata tutto il giorno sul divano».
Mai detto di no a un autografo o a un selfie?
«No. Se sto mangiando, lascio perdere e sorrido. Non nascondo però che all’inizio ebbi problemi».
Perché?
«Gli articoli, le foto sui periodici: tutti volevano un pezzo di me. Dovetti imparare a gestire la popolarità. Oggi sto al gioco».

Crisi?
«Nel 2018 il mio disco uscì contemporaneamente a quello di Sfera Ebbasta: per la prima volta un trapper batté una popstar in classifica».
Fu un flop?
«Non permetto che venga utilizzata questa parola: biglietti per i concerti ne vendetti comunque. Semplicemente, con lo streaming le cose stavano evolvendo».
È evidente che il pop sia più in difficoltà, oggi.
«I parametri delle classifiche dovrebbero cambiare. Ma la corsa al numero uno e al Disco di platino ha stufato. Io, comunque, il mio giro l’ho già fatto: ora tocca agli altri».
(Continua su Il Messaggero)

 

(Nella foto Emma Marrone)