Pubblicato il 19/05/2021, 14:02 | Scritto da La Redazione
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Fedez: facciamogli i conti in tasca

Fedez: facciamogli i conti in tasca
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il settimanale “Panorama” analizza le società guidate dal cantante e dalla sua famiglia. Mentre un sondaggio gli dà una valanga di potenziali voti.

Gli show e gli affari di Mr. Fedez

Panorama, pagina 8, di Antonio Rossitto.

Orologione d’oro bianco, Lamborghini Huracàn grigio opaco, attico meneghino e fiduciaria a schermare il rigoglioso business. Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ha sempre amato l’iperbole. Ma l’album Comunisti col Rolex, scritto nel 2017 assieme al collega rapper J-Ax, sembra oggi un’ingiusta diminutio. Segnatempo che costano come un monolocale a Buccinasco, ruspante hinterland dove il versatile artista è cresciuto. Casa a due piani, appena acquistata, nel più esclusivo quartiere milanese. Fuoriserie con cui ha già improvvisato un safari urbano, per donare mille euro a cinque, selezionati, indigenti. E poi la holding di famiglia, in mano a una fiduciaria: quella usata pure dai Riva, gli ex padroni dell’Ilva di Taranto, per evitare la ribalta. Autori di «crimini contro l’umanità» attaccava Beppe Grillo, fondatore del Movimento nel cuore dell’artista.

Compagno Fedez. Ecco il nuovo idolo degli agonizzanti giallorossi. Dopo l’arrembante intemerata al concertone del primo maggio, il rapper è diventato la più dirompente novità della sinistra: insulta i leghisti, insolentisce il Vaticano, denigra il Parlamento, sventola il vessillo della legge Zan sull’omofobia, vende smalti agli uomini. Dai tempi di Berlinguer non si vedeva tanto coraggio. L’agibilità politica gli è stata, inavvertitamente, fornita dai potenziali contendenti. Enrico Letta, segretario del Pd, ascoltata la concione, twitta: «Condivido in pieno le parole di Fedez». Urgenza manifestata, con speculare cinguettio, anche dall’ex premier Giuseppe Conte, in eterno predicato di guidare i Cinque stelle: «lo sto con Fedez. Nessuna censura».

I sondaggi a favore

Swg, storico istituto di sondaggi, coglie l’attimo: quanto vale il partito di Fedez? Il risultato è sbalorditivo. Il 17 per cento degli intervistati lo vorrebbe in politica. Entusiasti i teenager della generazione Z: 27 per cento di osanna. Seguono a ruota i millennial, insomma gli under trenta: 24 per cento di favorevoli. Torniamo, dunque, al momento solenne: l’ultima festa del lavoro. Occasione perfetta per parlare dell’odierno dramma occupazionale? Macchè. II cantastorie milionario non s’è curato di esodati e partite Iva. Non ha alzato la voce contro le multinazionali che pagano tasse irrisorie in Italia: come Amazon, di cui è incidentalmente testimonial.

S’è mostrato invece disposto a tutto pur di salvare il mondo dalla supposta omofobia del partito di Salvini. Certo, pure in questo caso, s’affacciano incongruenze. II rapper ci aveva deliziato in passato con eleganti rime su Tiziano Ferro, omosessuale dichiarato: «Ora so che ha mangiato più würstel che crauti. Si era presentato in modo strano con Cristicchi: «Ciao sono Tiziano, non è che me lo ficchi?». Errori di gioventù, si giustifica. Era solo un tamarro di Buccinasco. Che poteva saperne di omotransfobia?

Il matrimonio con Chiara Ferragni

Adesso invece è sposato con una delle influencer più ricche e famose del pianeta: Chiara Ferragni. Dal reciproco amore sono nati Leone e Vittoria. Le loro sfavillanti vite sono online da mane a sera. Insieme fanno 36 milioni di follower: oltre 12 milioni lui, quasi il doppio lei. Sono i Ferragnez. Il neologismo, già entrato nella Treccani, rivela implicitamente l’imperante matriarcato casalingo. Detto volgarmente, da chiunque li frequenti o li abbia incrociati: comanda lei. Di brutto, si potrebbe aggiungere mutuando il linguaggio del marito. Insomma: dietro le sterminate velleità di Federico, fresca icona del populismo grillino, c’è Chiara, nuovo volto di Bulgari. E tutto si tiene, al fine di accrescere fama, soldi e potere. Impensabile, poi, che una celebrità planetaria come lei s’accontenti di un uomo di spettacolo. Ci vuole ben altro: un consorte che duelli con Salvini e indirizzi il popolo.

Così, livido in volto, abbiamo assistito al rimbrotto belluino rivolto a quei felloni dei dirigenti di Rai3, noto covo sovranista, che osano tentar di censurare il suo anelito di libertà. Video prontamente girato ai follower, come sempre. «Avere il coraggio di andare contro tutti per dire cosa si pensa non è cosa da poco. Sono super fiera» commenta quindi Chiara. A perfetto corollario delle sue aspettative, da aforisma di Oscar Wilde: l’importante è che se ne parli.

Gli affari di famiglia

I Ferragnez condividono pure un sensazionale fiuto per gli affari. Alla famiglia del cantante, conduttore e testimonial sono riconducibili cinque società: Zedef, Autoscontri, Zdf, Doom Entertainment e N-App. Le prime quattro sono guidate da Annamaria Berrinzaghi, detta Tatiana: nata 56 anni fa a Genova, madre onnipresente. Nell’ultima srl della lista, invece, amministratore unico è Franco Lucia, padre dell’artista. Fino al 2017, i tre, direttamente o meno, detenevano tutte le quote delle aziende. Ma poi, dopo la rottura artistica e societaria con J-Ax, i Lucia hanno riorganizzato gli affari. A partire dalla capogruppo: Zedef, palindromo del nome d’arte del talentuoso figliolo, che gestisce diritti e business musicali.

Tutte le quote della società, il 7 luglio 2017, sono state trasferite a una spa con sede a Milano, in Foro Bonaparte: Carini fiduciaria. La stessa usata dagli ex padroni dell’acciaieria tarantina, accusata dai pentastellati per anni di aver causato morte e disperazione. La fiduciaria, infatti, possedeva il 25 per cento della holding Riva Fire: storica cassaforte di famiglia, in liquidazione dal 2015, finita nell’inchiesta della procura di Taranto per disastro ambientale.
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(Nella foto Fedez)