Pubblicato il 14/05/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione

Daniele Luttazzi sbugiarda Carlo Freccero

Daniele Luttazzi sbugiarda Carlo Freccero
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: commentando il pasticciaccio brutto del Concertone l’ex direttore di Rai2 ha detto che «L'arte è come la satira, non puoi pensare di mettere i paletti». Secondo il comico, predica bene a razzola male: come certifica il racconto del mancato accordo fra loro.

Fedez, Freccero, la Rai, la censura e la proposta che non è mai arrivata

Il Fatto Quotidiano, pagina 10, di Daniele Luttazzi.

Intervistato sul caso Fedez, Freccero ha detto: «L’arte è come la satira, non puoi pensare di mettere i paletti». Certo, Je suis Charlie; ma due anni fa, quando si bullò per mesi di riportarmi a Rai2 (https://bit.ly/3tJzLQ8), al nostro primo incontro Freccero esordì esprimendo la sua esigenza di «controllo editoriale». Poiché controllare la satira è censura, proposi una soluzione che tutelava la Rai e me: avrei consegnato la registrazione della puntata del mio talk-show il giorno prima della messa in onda, Freccero avrebbe potuto decidere quali parti tagliare, e al loro posto avrei messo un riquadro nero con la scritta «materiale satirico giudicato non idoneo alla messa in onda». (La censura deve essere vista, quando c’è: è questo che non vogliono farvi vedere, di qui lo scandalo Fedez).

Il programma, ovviamente, saltò. Ma vediamo come funzionò il micidiale protocollo di sistema. Al secondo incontro con Freccero, chiedo quale proposta economica mi facesse la Rai. Freccero e Lavatore (un funzionario Rai) mi dicono che non è competenza loro, c’è un ufficio preposto; ma si fanno dare dal mio avvocato la copia di una e-mail che avevamo inviato a un’altra casa di produzione, dove veniva indicato a titolo informativo quanto La7 mi dava per Decameron nel 2007 (12 anni prima!). Passa qualche giorno, e il contenuto di quella e-mail (una cifra che non è mai stata oggetto di trattativa con la Rai) è pubblicato da Repubblica, in un articolo secondo cui il mio rientro in Rai si fa difficile a causa della mia «richiesta economica eccessiva» Il tutto utilizzando il solito condizionale paraculo («Luttazzi avrebbe chiesto»). In gergo, questo si chiama «intrafottere».

La versione di Carlo Freccero

A luglio, presentando il palinsesto, Freccero dichiara a Repubblica che le trattative con me si sono interrotte per tre motivi: 1) «Il poco tempo a disposizione, in quattro-cinque mesi non si possono fare miracoli. Miracoli? A maggio già si poteva concludere l’accordo, se davvero avessero voluto. 2) «La richiesta economica elevata». Ripeto: non c’era stata alcuna trattativa economica con la Rai. 3) «La satira di Luttazzi si basa su potere e sesso, che mi stanno bene, e sulla religione: in questa epoca pre-moderna ho ritenuto che quest’ultimo fosse un tema troppo difficile da affrontare». E in ogni epoca, anche pre-moderna, questa si chiama censura.

 

(Nella foto Carlo Freccero)