Pubblicato il 10/05/2021, 14:33 | Scritto da La Redazione

L’avidità dei presidenti di Serie A rischia di far saltare tutto

Dai tre match a Sky all’ingresso dei fondi: la rissa tra presidenti che allunga la guerra sui diritti

Il Fatto Quotidiano, pagina 13, di Lorenzo Vendemiale.

La Serie A su Dazn. Sicuro. Tutta la Serie A su Dazn. Ecco, già qui potrebbe venire qualche dubbio. Perché la partita dei diritti tv del campionato non è ancora chiusa. Non del tutto almeno. E non soltanto per il solito ricorso presentato da Sky, forse più per disperazione che convinzione, su cui si attende a giorni la sentenza. Tra diritti tv e faide interne la Serie A è di nuovo sull’orlo di una crisi di nervi. Con la cifra record di 840 milioni di euro a stagione (e l’aiuto di Tim), Dazn si è aggiudicata le 10 partite del campionato fino al 2024: 7 in esclusiva, 3 condivise con qualcun altro che ancora non esiste. Così, però, la gara tecnicamente non si può chiudere, fino a quando non sarà sancita la co-esclusiva, altrimenti sarebbe una violazione del bando. Lo ha ammesso la stessa Lega, quando rispondendo alle richieste degli operatori ha spiegato che: «Il pacchetto 3 non è assegnabile in difetto di assegnazione del pacchetto 2». Insomma, quelle 3 partite formalmente non sono ancora di Dazn. C’è tempo per risolverlo, ma intanto il problema resta.

Siamo al paradosso per cui per avere i soldi di Dazn, la Serie A adesso ha bisogno di Sky (o di qualcun altro). La pay-tv Comcast ha perso rovinosamente la guerra, ma almeno su questa battaglia gioca da una posizione di forza. Ha fatto incetta di altri diritti, a decidere il suo futuro non saranno queste tre partite, per cui può permettersi di offrire il giusto, sapendo che la Serie A è costretta a vendere: 87 milioni. Ma ai patron non basta mai: la Legali li ha già rifiutati una volta e oggi si ritrova la stessa proposta. C’è anche un’alternativa, su cui lavora l’amministratore De Siervo: rifare di nuovo il bando, magari col posticipo del lunedì sera in chiaro per favorire l’ingresso di Mediaset. Una svolta epocale, ma anche un rischio, perché significa toccare i delicati equilibri dei palinsesti, allungare i tempi, trascinarsi fino all’estate. Pericoloso. Se fossero saggi, i presidenti si accontenterebbero degli spiccioli di Sky, chiudendo l’asta a quota 930 milioni l’anno, non male in tempi di magra. Ma i presidenti di Serie A saggi non lo sono quasi mai. Lo dimostra il fatto che, in un frangente così delicato, qualcuno (Genoa e Samp) ha proposto persino di azzerare i vertici, mandando a casa il presidente Dal Pino e pure l’ad De Siervo.