Pubblicato il 06/05/2021, 14:04 | Scritto da La Redazione

Il caso Fedez? Per il direttore di Rai3 è: “Un imbroglio, una manipolazione”

Il direttore di Rai3: verità manipolata. In Vigilanza lo sfidano: allora denunci

Corriere della sera, pagina 12, di Antonella Baccaro.

Rischia di finire in Procura, con tanto di richiesta di risarcimento danni in sede civile, lo scontro tra Fedez e la Rai sulla manifestazione del Primo Maggio. È quanto hanno chiesto molti parlamentari ieri, sia pure con toni diversi, dopo aver ascoltato in Commissione di Vigilanza Rai, il duro atto di accusa del direttore di Rai3, Franco Di Mare, contro il rapper. A Fedez, il direttore ha addebitato di aver «manipolato» la telefonata intercorsa tra lui e la società iCompany, organizzatrice del concerto, cui ha preso parte anche la vicedirettrice di Rai3, Ilaria Capitani. Franco Di Mare ha esposto quali brani della telefonata sarebbero stati omessi dal rapper volutamente, brani nei quali Capitani diceva che la Rai non aveva intenzione di censurare, ma che considerava solo inopportuni alcuni passaggi dello speech.

La tesi di Di Mare è che la Rai ha solo acquistato un diritto di ripresa. Per questo non ha mai chiesto a Fedez di conoscere alcun testo in anticipo perché i responsabili per contratto dei contenuti della manifestazione sono la iCompany e i sindacati. Proprio da questi soggetti sarebbe stata inviata un’email, la sera prima del concerto, a Capitani per avvisarla che il discorso di Fedez, di cui avevano preso visione, era «duro, polemico, gratuito, soprattutto non in linea con il messaggio del concerto». Capitani avrebbe risposto che in effetti quella del rapper era «un’invettiva senza contradditorio» e fuori contesto rispetto al tema della manifestazione, tuttavia «non sono di nostra competenza né la scelta né la responsabilità» di quei contenuti.

Le opinioni dei politici

«Noi, Rai, veniamo crocifissi e condannati prima ancora che Fedez salga sul palco» ha detto Di Mare. E ancora: «Siamo finiti sui siti internazionali, perfino a Singapore – ha proseguito -: è un imbroglio, una manipolazione», ha commentato, aggiungendo che «in alcuni Paesi la manipolazione è un reato penale». Il direttore ha detto di aspettarsi delle scuse alla Rai che probabilmente non arriveranno. Infine, più in generale, ha lamentato che «le indicazioni che ci arrivano dalla politica sono spesso contraddittorie: ci viene chiesto conto delle scelte editoriali. Non sostengo che la verifica non sia necessaria, ma un eccesso di interventi può diventare un impedimento allo svolgimento del nostro lavoro». Il dibattito che è seguito è stato per certi versi sorprendente.

Quasi la totalità dei partiti intervenuti nel dibattito hanno chiesto che della presunta manipolazione si occupi la Procura. I toni però sono stati molto diversi: la capogruppo del Pd, Valeria Fedeli, ha attaccato il direttore e difeso la congruità del discorso di Fedez rispetto ai temi della manifestazione. E ha sfidato Di Mare ad andare in Procura se davvero ce ne sono gli estremi. Primo Di Nicola (M5S) invece ha difeso Di Mare, dicendosi d’accordo sull’andare in Procura, ma sottolineando che manifestazioni della portata del Primo Maggio non vanno appaltate all’esterno. Considerazione questa condivisa dal presidente Alberto Barachini. Andrea Ruggieri di FI ha rivendicato alla Rai il diritto di controllare il contenuto di quanto mandato in onda e ha consigliato una causa civile per danni contro Fedez. Quanto al leghista Massimiliano Capitanio, ha detto di apprezzare «che, dopo l’iniziale timore, la Rai ha avuto il coraggio di chiamare l’operazione di Fedez per quello che è stato: un imbroglio. Proceda con le dovute azioni legali».

 

(Nella foto Franco Di Mare)