Pubblicato il 04/05/2021, 17:33 | Scritto da La Redazione

Angelo Guglielmi: Credo nelle parole di Fedez, possibile il tentativo di censura

Angelo Guglielmi: «Credo a quello che Fedez ha raccontato, è tempo di superare la lottizzazione»

La Stampa, pagina 6, di Michela Tamburrino.

Angelo Guglielmi lo ripete sempre. Lui la televisione ha smesso di guardarla, quasi in contemporanea con quando ha smesso di farla. Correvano gli Anni Ottanta a cavallo dei Novanta e lui era il guru di Rai3. Un mondo bell’e finito dal quale guardare l’oggi con occhi disincantati. Non guarda la tv ma i giornali li legge eccome, Guglielmi, la politica la sente nella pelle anche se l’ha praticata pochissimo. Il suo è un approccio intellettual-passionale e la Rai è come se gli scorresse dentro.

Guglielmi, ha visto la tempesta perfetta che si è scatenata in queste ore? Fedez, la censura, i politici della Lega, le accuse di omofobia dal palco del Primo maggio. La Rai, le telefonate e le smentite. Lei che ne dice?
«Lo chiedo da 40 anni, la Rai deve superare la lottizzazione che autorizza comportamenti indegni. La lottizzazione è uguale alla censura per chi vuole manovrare l’azienda».
Censure incrociate tra partiti?
«Ma certo. Mettiamo, io sono comunista, faccio qualcosa da comunista e un democristiano o un socialista mi censura. Abolendo questo sistema, anche i controlli saltano. Quello che è accaduto in queste ore è frutto di una scelta fatta dai Cinque stelle e dalla Lega che, all’indomani delle elezioni, forti del 33% e del 17%, decisero per questa dirigenza. Sono loro che per star tranquilli hanno tentato di controllare il testo di Fedez».
Lei perciò pensa che il rapper sia nel giusto?
«Credo in lui e in quello che ha detto nel suo libero canto. E credo pure che in Rai si siano spaventati negando di aver fatto quello che invece hanno fatto. Io credo a chi dice piuttosto che a chi nega».

Che cosa bisognerebbe fare?
«Bisognerebbe fare come dice il presidente della Camera Roberto Fico, abolire le nomine politiche. Lui fa un intervento a proposito di governance assolutamente condivisibile e lo fa contro il partito del quale fa parte, il M5S, e lo riconosce. Non più Salini, non più Foa, ma un grande manager e un presidente che non si riferisce ai partiti. Adesso è tempo di tornare alle nomine di spessore. In fondo basta aspettare le scadenze a giugno».
Preoccupato? Scettico?
«Per quanto riguarda l’Ad sto tranquillo, perché del premier Draghi mi fido molto. Certamente segnalerà chi dice lui. Per quanto riguarda il Presidente sono più scettico. Eppure, le condizioni ci sarebbero, nonostante l’azionista di riferimento sia il Mef. Con una maggioranza alle Camere tanto allargata, la politica potrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro per guardare a un profilo di competenza che non faccia riferimento ad alcun partito. Sarebbe un bel segno di libertà».

 

(Nella foto Angelo Guglielmi)