Pubblicato il 29/04/2021, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Vivendi se ne va (lentamente e ben pagata) da Mediaset

Mediaset torna tutta italiana

MF – Milano Finanza, pagina 1, di Manuel Follis.

Mediaset si prepara a tornare in mani italiane, dovrebbe essere questo l’aspetto più importante contenuto negli accordi in vista della pace tra la società del Biscione e il suo primo azionista Vivendi, che possiede il 28,8%. Che le due società stessero lavorando a un’intesa per così dire «tombale» che mettesse definitivamente fine alle ostilità che hanno tenuto banco negli ultimi anni lo aveva anticipato ieri MF – Milano Finanza. Ma ci sarebbe molto di più oltre alle rinunce a tutte le pendenze giuridiche tra le parti. Secondo quanto si sussurra in ambienti finanziari gli accordi preliminari sarebbero stati messi nero su bianco in un documento di poche pagine in cui i soggetti che fanno parte degli accordi sono indicati con le sigle Fi (Fininvest), Mi (Mediaset) e Ve (Vivendi). Una delle prime ipotesi di lavoro è lo sblocco del dividendo sul 2020, che in teoria non era previsto.

Si starebbe perciò ragionando sulla distribuzione di 0,3 euro per azione, con Vivendi che a giugno potrebbe quindi ricevere una cedola per l’intera quota posseduta ossia il 28,8%, che spannometricamente potrebbe corrispondere a un incasso di circa 100 milioni per il gruppo francese. In parallelo, però, i transalpini potrebbero corrispondere al gruppo del Biscione fino a 25 milioni per chiudere alcuni contenziosi aperti. Non è finita qui. Gli accordi in discussione, infatti, prevederebbero anche un impegno da parte di Vivendi a ridurre progressivamente la partecipazione nel capitale di Mediaset e lo scenario che si prospetta sarebbe quello della cessione dell’intera quota detenuta in Simon Fiduciaria, ossia il 19,19%, nell’arco di un periodo di 5 anni.

Fine delle ostilità

Alcuni dettagli sarebbero ancora definire, ma è possibile che Fininvest si garantisca una qualche forma di prelazione o di gradimento sulla cessione delle quote da parte di Vivendi. L’azionista di riferimento di Mediaset al momento possiede il 41,2% (ma il 44,2% dei diritti di voto) e quindi è anche possibile che ulteriori acquisti dovranno passare al vaglio dell’autorità di borsa. Ma questi, come detto, sono i dettagli, mentre la sostanza riguarda la volontà sempre più chiara di appianare tutte le divergenze tra le parti. Una fine delle ostilità che ovviamente a fronte della riduzione della quota di Vivendi (che resterebbe al 9,6%) sarebbe più semplice da varare.

I tempi? C’è chi giura che siano strettissimi, con una firma definitiva prevista addirittura entro il 30 aprile, con successivo passaggio anche per un board di Vivendi. Che la pace sia la strada scelta dalle parti, lo ha in qualche modo confermato anche il cfo di Mediaset, Marco Giordani, intervistato ieri da Class Cnbc. «Credo l’azienda debba guardare al valore di tutti gli azionisti», ha spiegato il manager. L’obiettivo ora «è cercare di eliminare gli aspetti che abbiamo capito non fossero graditi agli azionisti guardando al futuro di Mediaset. Con questo approccio si può creare valore».

 

(Nella foto Piersilvio Berlusconi)