Pubblicato il 20/04/2021, 14:04 | Scritto da La Redazione

Mediaset, che sberla! Voleva 3 miliardi da Vivendi, ottiene solo 1,7 milioni

Schiaffo a Mediaset: no ai 3 miliardi

MF – Milano Finanza, pagina 2, di Andrea Montanari.

Mediaset e Fininvest avevano chiesto 3 miliardi di danni – più dell’attuale capitalizzazione di borsa, 2,91 miliardi – e, invece, incasseranno solo 1,7 milioni. E questa la cifra che i giudici della XV sezione del Tribunale civile di Milano hanno stabilito, a carico di Vivendi, quale risarcimento per il mancato acquisto dell’ex pay tv Premium. Una goccia nel mare rispetto alle iniziali pretese del gruppo tv guidato da Pier Silvio Berlusconi (assistito dagli avvocati Sergio Erede, Vincenzo Mariconda, Gianpiero Succi e Daniele Gambirasio) e dal socio di riferimento (affiancato da Niccolò Ghedini, Andrea Di Porto, Aldo Baldaccini, Simone Conti e Matteo Pericoli). Anche se il collegio composto dai giudici Angelo Mambriani (presidente), Daniela Marconi e Amina Simonetti ha «accertato l’inadempimento di Vivendi agli obblighi preliminari» relativi al contratto stipulato nell’aprile del 2016, ossia l’acquisizione del 100% di Premium e allo scambio azionario del 3,5% di azioni tra le due società.

Ma per tale violazione la somma dovuta dai francesi (assistiti dai legali Giuseppe Scassellati Sforzolini, Ferdinando Emanuele, Gianluca Faella, Paolo Rainelli, Roberto Argeri e Federico Cenzi) è, appunto, di 1,7 milioni. Tra l’altro nella sentenza i giudici evidenziano che il gruppo di Vincent Bolloré avrebbe potuto chiedere, a valle della due diligence su Premium – «Se mi dici che mi stai vendendo una Ferrari e poi scopro che è una Punto, evidentemente c’è un problema», aveva dichiarato Arnaud de Puyfontaine al Financial Times -, un risarcimento danni e non vantare un diritto di recesso. Mediaset facendo riferimento alla condanna di Vivendi, impugnerà alla Corte d’Appello le sentenze di primo grado in merito alla quantificazione del danno subìto.

Ora l’inchiesta di manipolazione del mercato

Ora però l’attenzione si sposta sull’inchiesta avviata della Procura milanese per manipolazione di mercato che vede indagati Bolloré e de Puyfontaine. In tal senso andranno soppesate le valutazioni dei giudici del Tribunale civile che hanno specificato come «l’operazione di acquisto, da parte di Vivendi, di azioni Mediaset a partire dal dicembre 2016 per un quantitativo complessivamente di poco inferiore al 30%, non sia avvenuto in violazione delle previsioni del contratto stipulato l’8 aprile 2016 e risoltosi il 30 settembre 2016» e che la scalata non è stata illegittima ai sensi del Tusmar della legge Gasparri, superato in tal senso dalla sentenza della Corte Europea di Giustizia dello scorso 3 settembre.

 

(Nella foto la sede Mediaset di Cologno Monzese)