Pubblicato il 12/04/2021, 19:02 | Scritto da La Redazione

Pio e Amedeo all’attacco di Barbara D’Urso e Matteo Salvini

Pio e Amedeo: «Noi, pentiti e scorretti»

Corriere della sera, pagina 28, di Renato Franco.

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Pio e Amedeo, maschera dell’italiano medio e cafone, qualunquista e perbenista, verace fino a essere volgare (troppi complimenti?) approdano da venerdì 16 su Canale5 con uno show in tre serate.

Il titolo vintage, Felicissima sera, rimanda al varietà elegante di un tempo. Che c’entrate voi?
«II titolo è volutamente vintage, perché il nostro obiettivo è prenderci il pubblico della tv generalista, quello che di solito non è il nostro pubblico. È un grande show, un tipo di spettacolo che Mediaset non faceva da tempo e ha incredibilmente deciso di affidare a noi. È altrettanto incredibile, ma avremo anche ospiti di un certa caratura; nella prima puntata, tra gli altri, ci saranno Maria De Filippi, De Gregori, Tommaso Paradiso. Il nostro gioco è prendere personaggi alti, che non si lasciano andare facilmente, e portarli nel nostro mondo. Alla gente piace vedere come si umanizzano».
Se la cornice è da varietà classico, il quadro è la vostra comicità scorretta.
Pio: «Nella dinamica di coppia io sono quello che vuole fare il varietà, mentre Amedeo continua a ricordarmi chi siamo e soprattutto da dove veniamo. Il nostro modo di intendere la comicità è sempre quello di criticare qualcosa nel momento stesso in cui lo facciamo. Il problema oggi è che siamo diventati superperbenisti, non si può dire e fare più niente».
Cos’è per voi il politicamente corretto?
«È l’arma social di chi non ha niente da dire, di chi non ha talento e allora si appiglia lì, perché non ha argomenti. Il problema è che è sbagliato sempre generalizzare, etichettare tutto in un solo senso; l’ossessione a essere dalla parte del giusto e la corsa al consenso sono una piaga».
Ormai le chiacchiere da social sono peggio delle chiacchiere da bar…
«Sì, la cassa di risonanza è molto più ampia. Persone che non avevano nemmeno il diritto di parlare al pranzo di Natale in famiglia perché non avevano il carisma per farlo, adesso si sbizzarriscono sui social. Questa follia che siamo tutti uguali deve finire, Flavia Vento non è uguale a Piero Angela».
Pio: «Lasciala stare, Flavia e io abbiamo la stessa taglia di seno… È body shaming questo? Io mi guardo allo specchio e penso quanto faccio schifo; se lo dico però la gente mi attacca. Manco l’auto body shaming si può fare, non c’è più nemmeno il diritto a offendersi da soli».

E il catcalling?
Amedeo: «Ho paura anche a rispondere, mi viene una tensione lungo la schiena. Già li vedo con l’indice puntato. Noi con il catcalling ci abbiamo fatto la carriera, perché Emigratis quello era».
Pio: «Mia mamma per anni ha fatto catcalling con me perché avendo tanti figli e fratelli e non ricordandosi mai il mio nome, mi fischiava sempre: ahó, vieni qua. Questo è mother catcalling».
La gente si riconosce in voi: c’è da preoccuparsi…
«Noi abbiamo sempre interpretato l’italiano medio, quello che si veste in un certo modo e fischia anche per strada. Per chi sa leggere è una critica… E poi fa parte della nostra cultura essere dei gran cazzari, invece la comunicazione vuole sterilizzarci. I problemi non sono nella parole, ma nei concetti a monte».
Non vi vergognate mai?
«Con Emigratis sì, interpretavamo dei personaggi e facevamo cose che mai faremmo nella vita vera. Era come essere protetti da un casco da supereroe, ma ci vergognavamo noi e soprattutto i nostri parenti».
Si può scherzare su tutto?
«Si può e si deve. La nostra fortuna è essere in due, uno spinge e l’altro si dissocia, la doppia chiave ci aiuta sempre. In sintesi, non ci limitiamo su niente».
Se ci fosse un partito qualunquista sarebbe di maggioranza?
«Sì, è la forza di Salvini stesso, noi diciamo sempre che lui è il Barbara D’Urso della politica, è quel target lì, facile da prendere e facile da convincere, che legge sempre meno, che scorre i titoli e non gli articoli, che si informa su testate fake…».

 

(Nella foto Pio e Amedeo)