Pubblicato il 06/04/2021, 11:35 | Scritto da La Redazione

Sorpresa: sono più giovani i politici dei faccioni Tv

Sorpresa: sono più giovani i politici dei faccioni Tv
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Linus (63 anni), Fiorello (60), Maria De Filippi (59 e rotti), Luca Zingaretti (60 anni), Carlo Conti (60 anni), Bianca Berlinguer (61 e mezzo), Lilli Gruber (63 pieni pieni), Barbara Palombelli (67 anni): e con loro invecchia anche il pubblico Tv.

Fiore, Lilli, Maria & c. i “forever young” che non mollano mai

Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Antonello Caporale.

Con Linus (anni 63) è tutta un’altra musica. E con Fiorello (60 spaccati) è un altro ridere, con Maria De Filippi (59 e rotti) un altro piangere. Con Luca Zingaretti (atletico sessantenne) un’altra fiction, con Carlo Conti (sempre 60 anni) un altro gioco, e con Bianca Berlinguer (61 e mezzo), Lilli Gruber (63 pieni pieni) e Barbara Palombelli (67 anni) tutto un altro discutere. La televisione – spesso anche la radio – è dei sessantenni. Ovunque ti volti un over segna il tempo, muove le danze, apre i dibattiti e noi, sessantenni in poltrona, accompagniamo l’Auditel in questo mesto pellegrinaggio verso l’età televisiva avanzata, i capelli bianchi di chi parla e di chi ascolta. Pantofola su pantofola.

L’Italia è vecchia e la televisione è il suo spietato e felice contagiri. «C’è una corrispondenza culturale e ambientale, persino linguistica. È la fotografia esatta della società attempata che accende l’elettrodomestico. Dai trentacinque anni in giù la questione non esiste, per quella società la tv è il superfluo, l’inutile. Si è accorto che hanno dovuto richiamare in servizio Mara Venier perché Domenica In non faceva più un becco di un ascolto?». Giorgio Simonelli, critico e storico della tv, afferma una cruda quanto banale verità.

Politica e tv

E sarebbe certo altrettanto banale la considerazione dei sessantenni al timone di un vettore per sessantenni se non fosse che la televisione è dominata dalla politica e dalle sue esigenze. Che sulla televisione investe perché ancora oggi, attraverso di essa, si espande, orienta, costruisce e poi raccoglie quel che si potrebbe definire la plusvalenza elettorale. «Non fai in tempo a conoscere il dirigente che già s’annuncia il nuovo. In Rai la velocità con cui si cambia il management ha ritmi inediti. Questa prova eccentrica di rotazione perpetua rende noi dipendenti consapevoli dell’ineluttabilità di questa condizione», dice infatti Massimo Bernardini (65 anni) che prepara da un ventennio, e con una passione esemplare, il suo programma: la tv che parla di televisione (Tv talk, ogni sabato su Rai3).

Se non è una novità che il Palazzo abbia le mani in pasta nella Rai e, direttamente o per interposto imprenditore, in tutte le reti private, grandi o piccine, è certamente però una bizzarria che i leader del Palazzo siano prevalentemente quarantenni o addirittura trentenni. La donna in ascesa è Giorgia Meloni (di anni 44) e il capo, ormai da anni, del partito più vecchio del sistema, la Lega, cioè Matteo Salvini, ne ha oggi 48 (appena 40 quando prese il potere). E vogliamo dire qualcosa dei Cinquestelle finora rappresentati dal trentaquattrenne Luigi Di Maio? Vogliamo ricordare che a sinistra la presenza femminile più innovativa è quella di Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia Romagna, trentacinquenne? E abbiamo dimenticato che Matteo Renzi quando aveva 42 anni era padrone del Pd? Se il Palazzo è l’élite, e l’élite domina la tv, perché l’élite è giovane e invece chi la rappresenta, col permesso dunque di entrare ogni giorno in casa nostra, è in avanti con gli anni? «Perché forse quella che lei chiama élite semplicemente non lo è, perché il potere decidente non è nelle mani di costoro, ma dei loro danti causa? Fui molto colpito, al tempo della grande crisi finanziaria, da una dichiarazione dell’allora governatore della Bce Mario Draghi: “Tranquilli, abbiamo il pilota automatico”. Spiegava la teoria del super governo con dei superpoteri».

 

(Nella foto Carlo Conti)