Pubblicato il 22/03/2021, 11:35 | Scritto da La Redazione

Ecco a voi la monaca di Monza versione Instragram

Ecco a voi la monaca di Monza versione Instragram
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: 5 ragazze eccentriche, molto social e con super-ego; sensibili agli eccessi e al vino, divertite dalla trasgressione e allergiche alle regole, rinchiuse nel convento delle Suore Oblate del Bambino Gesù, a Sorrento, con cinque coraggiosissime religiose. È il nuovo programma cult di Discovery+.

Cinque suore tra gli eccessi: «Una sfida con l’aiuto di Dio»

Corriere della sera, pagina 35, di Chiara Maffioletti.

Basta vedere qualche minuto della prima puntata di Ti spedisco in convento perché già si avverta la necessità di farsi il segno della croce. Non tanto per un improvviso moto di spiritualità, ma più di umana comprensione pensando alla formula alla base del nuovo docu-reality, già disponibile su Discovery+. Cinque ragazze molto eccentriche, molto social e con un ego molto grande; sensibili agli eccessi e, per loro corale ammissione, al vino, divertite dalla trasgressione e allergiche alle regole, vengono reclutate per partecipare a un programma, ma non sanno che non finiranno su qualche isola o dentro chissà quale Casa, ma in un convento, in particolare quello delle Suore Oblate del Bambino Gesù, a Sorrento. Lì, ad accoglierle, cinque coraggiosissime religiose: suor Daniela, madre generale della congregazione, la madre superiora suor Monica, suor Felicita, suor Arleide e suor Analia, la più giovane, che ha 28 anni e ama lo skateboard.

Il primo impatto non è semplicissimo: le ragazze entrano in convento tra qualche parolaccia e parecchia titubanza e come per mettere le cose in chiaro, tutte si dichiarano «lontanissime» dalla spiritualità. E c’è anche chi, per spiegarsi meglio, improvvisa un ballo con tanto di twerking finale davanti a due delle suore — dotate di un clamoroso aplomb —, per mostrare loro in cosa consista il suo lavoro in discoteca. Onestamente, se non ci fossero le suore a garantire, il classico dubbio del «ma tanto è tutto finto», nascerebbe.

Le suore

«Certo è una cosa un po’ fuori dalla norma e ci aspettiamo anche qualche critica – spiegano collegate dal convento, su Zoom -. Ma noi non riusciamo a fingere, è evidente. La tv può essere un mezzo se usato bene, altrimenti lascia il tempo che trova. Noi abbiamo visto questo progetto come una volontà di Dio e lo abbiamo abbracciato con tutto il cuore. È da tanto che pensavamo a un modo per avvicinarci ai giovani e questa ci è sembrata l’occasione giusta». Le religiose hanno inteso il reality come un programma educativo: «Ci siamo messe in gioco, credendo che Dio era con noi. È stata una sfida, ma anche una bella provocazione da parte dei giovani che, in generale, cercano aiuto. Ma se noi non andiamo da loro, loro non vengono da noi e questo reality ci è parso una risposta. Abbiamo visto che la mano di Dio era presente».

 

(Nella foto Ti spedisco in convento)