Pubblicato il 22/03/2021, 09:39 | Scritto da La Redazione

Nell’anno nero della pubblicità si salva solo la TV

Nell’anno nero della pubblicità si salva solo la TV
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: i 20 top spender hanno puntato solo sul piccolo schermo. E più di tutti ha investito Volkswagen. Ma hanno speso di più anche Sky e Timvision nel derby sulla fibra.

L’anno difficile dei top spender in difesa con la tv

Il Sole 24 Ore, pagina 19, di Andrea Biondi.

A primo posto Volkswagen; al secondo Ferrero; al terzo Barilla. L’annus horribilis della pubblicità non cambia il podio dei “top spender” di un mercato pubblicitario piegato dall’emergenza Covid e in culi principali investitori hanno fatto meglio della media quanto a spese in comunicazione, ma senza invertire il trend generale. Ne è risultata una minima crescita nella quota di mercato – per i 20 principali investitori in Italia è salita dal 22% al 23% della spesa totale in advertising -, ma anche una propensione a serrare i ranghi, puntando sulla Tv.

Le elaborazioni Dentsu su dati Nielsen digital weekly restituiscono l’immagine di un novero di top spender che hanno iniettato sul mercato italiano il 10% in meno di risorse: 1,1 miliardi con 128,6 milioni persi in un anno e 159,3 milioni in meno rispetto all’investimento del top 20 del 2019. Flessione a due cifre, figlia del disimpegno in conseguenza del Covid, ma pur sempre inferiore al 15,3% del “perimetro tradizionale” di Nielsen: quello che lascia fuori Facebook, Google, Amazon, Twitter, la crescente Tik Tok che sono solo stimati da Nielsen, non essendo dichiarati a monte.

Resiste la Tv

Nell’anno peggiore della pubblicità, gli investitori hanno quindi fatto perno sulla Tv – mezzo con le più ampie coperture – che ha visto aumentare il suo peso sugli investimenti pubblicitari dei 20 top spender «passando dal 76% al 79% del totale» spiegano Enrica Bellinato, Head of Media Research Dentsu e Cristina Ruffino, Media Researcher Dentsu. Gli 875,6 milioni pompati nel settore Tv sono comunque il 7% in meno degli investimenti dei 2019. Meglio, come trend, ha fatto solo il digital (-6%, passando dall11% al 22% del totale) mentre i cali sono stati ben più ampi per gli altri mezzi: -29% per i magazine e -30% per i newspaper (entrambi fermi all’1% come peso sul totale degli investimenti del top spender); -27% per la radio (dall’8% al 6%, confermando l’idea che si fa sempre più strada dell’osmosi radio-tv); -49% per l’out of home e -82% per il cinema (praticamente azzerati dalle limitazioni per la pandemia).