Pubblicato il 18/03/2021, 09:03 | Scritto da La Redazione

Gerry Scotti: Chi vuol essere milionario? è irripetibile

Gerry Scotti: Chi vuol essere milionario? è irripetibile
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Gerry Scotti ha visto “Quiz”, la serie Tv in onda su TimVision che racconta lo scandalo americano di “Chi vuol essere milionario?”. «Programma epocale. Ma anche irripetibile. Da una parte, con la crisi, non è più tempo di montepremi così ricchi; inoltre, la tecnologia ha tolto suspense al gioco e la possibilità degli "aiuti" esterni: con il cellulare tutti sanno tutto e subito».

Frears svela tutta l’ambiguità dei milionari da tv. Gerry Scotti: «Un’epoca irripetibile»

La Stampa, pagina 27, di Adriana Marmiroli.

Nel Regno Unito il quiz Who Wants to be a Millionaire? fu, a inizio Millennio, un’ossessione collettiva. Ebbe ascolti – si disse – pari solo al funerale di Lady D: milioni di spettatori inchiodati davanti alla tv, decine di migliaia di domande per partecipare, un corollario di fan club, per facilitare la partecipazione e la preparazione dei concorrenti (anche un po’ barando). Ecco perché fu un caso mediatico che quasi oscurò la tragedia delle Torri Gemelle quando, nel 2001, un concorrente, tale Charles Ingram, integerrimo ufficiale dell’esercito, fu accusato di avere imbrogliato per vincere il prestigioso montepremi. Colpevole o innocente? L’opinione pubblica si divise.

Tutti questi eventi vennero poi narrati in un libro, Bad Show: the Quiz, the Cough, the Millionaire, divenuto prima pièce teatrale e poi, nel 2020, miniserie in tre episodi prodotta dalla stessa rete che programmava il gioco. Diretto da Stephen Frears che gli dà la propria dimensione autoriale e la giusta ambiguità, Quiz arriva ora in Italia sulla piattaforma streaming TimVision.

In Italia su Canale5

Nel 2000 Chi vuol essere milionario? arrivò anche su Canale5. Andò in onda dal 2000 al 2011, e poi ancora nel 2020. Quattro i concorrenti che vinsero il milione. Alla sua guida da sempre Gerry Scotti. Da pochi giorni tornato al desk di Striscia la notizia dopo un inverno di alti e bassi, tra il Covid preso in modo «grave e preoccupante» e una fresca e orgogliosa nonnitudine («non ha idea da dicembre quante proposte mi siano arrivate per essere il nuovo “nonno Libero” della situazione»), Scotti conferma: «Sono in assoluto il conduttore che ha fatto il maggior numero di puntate del Milionario».

Quando ha saputo che la miniserie sarebbe arrivata in Italia «sono andato a vedermi – ci dice – la puntata incriminata. Da addetto ai lavori, mi è parso imbarazzante che non si fossero subito accorti di quanto stava accadendo: i colpi di tosse che pilotavano le risposte, il “palo” che si appisola sulla domanda cruciale e la moglie che tossisce sulla risposta finale. Quanto a Ingram: pare un caso da assistenti sociali, un po’ gonzo, quasi simpatico per come è umoristico. Tanto che ti viene da chiederti: “ma ci è, o ci fa?”. A questo punto ogni interpretazione sarebbe plausibile. Però…». Ricorda il successo che il gioco ebbe non solo in Gran Bretagna, ma in tutto il mondo, Italia compresa. «Anche da noi si era creato questo seguito di aficionados, che riguardava però un po’ tutti i giochi a premi. Una genia di concorrenti di professione. A noi frenare il fenomeno e intercettare i furbetti informandoci per bene su di loro». Quanto a lui, «il conduttore è il più adatto a capire se qualcosa non funziona. Il dubbio qualche volta mi è venuto: ho fatto sospendere con una scusa la registrazione. Abbiamo controllato: ma non abbiamo trovato né microfoni né auricolari. Ci siamo sempre sbagliati».

 

(Nella foto Gerry Scotti)