Pubblicato il 16/03/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione

Pietro Castellitto: Ho Francesco Totti dalla mia parte

Pietro Castellitto: Ho Francesco Totti dalla mia parte
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: l’attore interpreta l’ex capitano della Roma nella serie Sky “Speravo de morì prima” e racconta del suo incontro con il capitano giallorosso.

Pietro Castellitto: «Mi ha dato la sua benedizione, io e lui abbiamo la stessa ironia»

Il Messaggero, pagina 25, di GI.S.

L’unica raccomandazione ricevuta dal Capitano: «Devi magnà, sei troppo magro». E per tutto il resto Pietro Castellitto, 29 anni, romano e romanista, 8 chili messi su in seguito alla preziosa “dritta”, si è affidato al proprio talento e all’amore per la Magica coltivato fin dalla culla. Scommessa vinta: il suo Francesco Totti ironico, leale, family man e insieme idolo degli stadi è destinato a conquistare tutti, anche i non tifosi. Intanto ha ottenuto la benedizione dell’originale: «Bravo Pietro, mi hai fatto uscire per come sono davvero», ha esclamato il campione.

Aveva già incontrato Totti?
«No, prima della serie lo consideravo il mio mito da lontano. Parlavo con il suo poster appeso in camera e lo ammiravo dalla Curva. E quando ci siamo conosciuti, sul set, non gli ho chiesto suggerimenti per interpretarlo, ma gli ho posto degli interrogativi di calcio, per esempio perché aveva smesso di tirare le punizioni a giro».
La sfida più difficile?
«Raccontare Totti oltre il pallone: l’uomo visto in privato, nella sua vita intima e familiare. Tutti conoscono il campione, nessuno questa zona in ombra».
Cosa ha rappresentato il campione nella sua formazione?
«Un punto di riferimento, non solo un idolo. Nell’infanzia, pensare a lui mi aiutava a superare il mio terrore più grande: perdere la mamma. Totti è un archetipo, è la rete di salvataggio che permette a tutti, anche ai non romanisti, di esorcizzare la paura della fine».

Quali doti ha scoperto in lui?
«La sua intelligenza, la sua ironia, la capacità di mettere gli altri a proprio agio anche se è consapevole di incarnare un mito. Ed è un uomo loquace! Amo anche la sua lealtà che, in un mondo di voltagabbana, lo ha portato a non abbandonare mai la maglia della Roma».
Cosa pensa di avere in comune con Totti?
«L’ironia tutta romana, che a volte diventa una maschera».
Il 28 maggio 2017, il giorno dell’addio, lei dov’era?
«A Londra per studiare l’inglese dopo la laurea in Filosofia. Cercai i biglietti per Roma-Genoa, ma mi svegliai tardi e persi la possibilità di prenotarli. E volli tornare a Roma lo stesso, per seguire da vicino l’evento sia pure in tv. Pensavo di essere pronto invece quella giornata fu interminabile e scandita, anche per me, da un dolore raccapricciante».

 

(Nella foto Pietro Castellitto)