Pubblicato il 15/03/2021, 17:32 | Scritto da La Redazione

Massimiliano Rosolino: L’Isola dei famosi? Il mio stage ideale

Massimiliano Rosolino: «Vado all’Isola, sogno il governo»

Libero, pagina 21, di Francesca D’Angelo.

Ilary Blasi ancora non lo sa ma, da stasera, avrà uno stagista tutto suo: Massimiliano Rosolino. «Ebbene sì, in realtà sono volato in Honduras per fare uno stage in conduzione televisiva», scherza divertito l’ex nuotatore olimpico che, dopo l’esperienza di Un dolce da maestro, è stato promosso sul campo a inviato dell’Isola dei Famosi, in onda stasera e giovedì su Canale5.

Si mormora che lei desiderasse da tempo il ruolo di inviato all’Isola: possibile?
«Beh, è un programma prestigioso e molto formativo. In Italia non esiste una scuola per conduttori tv e L’isola è una straordinaria palestra: ogni giorno hai il day time, le clip da realizzare, i collegamenti in differita da Milano. Posso imparare molto da questa esperienza».
I reality come L’isola non sempre tirano fuori il meglio dalle persone, anzi. Non teme di trovarsi invischiato in dinamiche trash?
«Ma no! Io farò da collante tra lo studio e Honduras, provando anche a mettere un po’ di ordine. Certo, in tre mesi potrà succedere di tutto, ma L’isola non tira fuori il peggio delle persone, semmai fa emergere quello che sono. Non è insomma uno show buonista, finto o politicamente corretto e forse ha successo proprio per questo. Inoltre, chi vince deve sapere fare squadra. E un po’ come il nuoto: è uno sport individuale dove però conta molto anche la squadra che hai alle spalle».
Una delle concorrenti, Daniela Martani, è una convinta no vax: anche lei è diffidente verso i vaccini?
«Ma quando mai! Uno dei miei due genitori ha già ricevuto il vaccino, l’altro è in attesa e non vedo l’ora di farlo anch’io. Tuttavia, mi metto in fondo alla lista per fare spazio alle fasce più deboli. Se dipendesse da me, darei priorità ai ragazzi di 25 e 15 anni: è una categoria un po’ ingovernabile, che sta accusando molto l’isolamento».

Come mai ha deciso di puntare sulla tv e non su una carriera dirigenziale nel nuoto?
«In realtà alterno le due strade. Per diventare un bravo nuotatore ho fatto 50 mila km per vincere 200 metri: so bene che non posso fare altrettanto per emergere in altri campi. Tuttavia, sarebbe sbagliato restare legato alle cose che si sanno fare meglio. Sul fronte nuoto seguo due impianti sportivi, uno su Napoli e l’altro su Roma, e organizzo anche dei club estivi. L’ultimo aveva come slogan: “Si nasce campioni, mediocri si diventa”».
Ovvero?
«Nasciamo tutti motivati: pensiamo ai bambini che fin da subito sanno come trovare il latte materno. Se però, strada facendo, non ricevono i giusti input, perdono persino il senso della fame. Potenzialmente siamo quindi tutti campioni, ma se non coltiviamo la passione, quel talento non resterà. L’impegno, la determinazione, lo spirito di sacrificio sono caratteristiche che lo sport porta con sé».

 

(Nella foto Massimiliano Rosolino)