Pubblicato il 05/03/2021, 11:32 | Scritto da Andrea Amato
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Sanremo: direttore Coletta, basta supercazzole!

La terza serata del Festival di Sanremo al 44,3% di share media

«Il calo di ascolti del Festival è colpa delle partite di Serie A». Ma il calendario del nostro Campionato si conosce da mesi, non potevano cambiare le date di Sanremo, se già prevedevano una cannibalizzazione di pubblico da parte del calcio? «Rispetto a un anno fa abbiamo perso ascolti perché a marzo c’è meno platea televisiva che a febbraio, si sa». Ma quest’anno c’è il coprifuoco per la pandemia, sono tutti a casa, quindi la platea televisiva è potenzialmente più alta. «Non ci interessano i dati Auditel quest’anno, abbiamo fatto il Festival solo per Servizio Pubblico». Ma a gennaio non dicevate che dovevate fare Sanremo per vendere la pubblicità e salvare i conti della Rai?

Questa sequela di scuse, da bambino delle elementari che non ha fatto i compiti, sono del direttore di Rai1 Stefano Coletta, che da mercoledì si presenta in conferenza stampa raccontando cose che hanno davvero poco senso, quando l’unica cosa da dire sarebbe: «Scusate, abbiamo sbagliato». Non è colpa del calcio, non è colpa della stagione, non è colpa della pandemia, che anzi dovrebbe favorire gli ascolti, il vero problema di questo Festival è lo spettacolo. Che manca.

Uno spettacolo brutto

Come si può pensare di sostituire Tiziano Ferro con Achille Lauro, annunciato per mesi con i suoi “quadri” che ci avrebbero sconvolto, per poi mandare in scena la caricatura ridicola del Bowie di 50 anni fa? Se in tempo di Covid i veri ospiti Big rifiutano, perché accanirsi a costruire uno show che chiude alle 2 di notte per mandare in onda Cinquetti-Leali-Bella e Gigi D’Alessio accompagnato da cinque rapper che parlano un italiano stentato? Non sarebbe stato più dignitoso risparmiare 30 minuti di agonia?

Il direttore della rete ammiraglia di viale Mazzini, invece di presentarsi in sala stampa a fare supercazzole, dovrebbe fare un bagno di umiltà e un esame di coscienza, anche alla luce del suo primo anno di direzione (certo, caratterizzato da un’apocalisse mondiale), dove non ha mai inciso veramente sull’intrattenimento. E questa settimana sta mettendo a nudo tutte le lacune.

Quello che manca a Sanremo non è il pubblico in sala, ma le idee sul palco. E non basta caricare tutto sulle spalle di Fiorello, perché è vero che è il più grande showman italiano, ma ancora non si è attrezzato per fare la moltiplicazione dei pani, dei pesci e degli spettatori.

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto Stefano Coletta)