Pubblicato il 05/03/2021, 09:35 | Scritto da La Redazione
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Sanremo: Amadeus si sfoga per il flop del Festival

Amadeus: «Mi aspettavo il calo, svuotato di tutto Sanremo è solo un bel programma tv»

La Stampa, pagina 29, di Michela Tamburrino.

Di norma non si recrimina. Però a volte non se ne può fare a meno. Nel toto sentimenti, se l’altro giorno Amadeus era combattivo e tosto, ieri appariva provato e infastidito da un contesto sfavorevole. Gli ascolti calano ancora, 10 milioni 113 mila nella prima parte dello show con il 42,2% di share. Nella seconda, 3 milioni 966 mila il 45,7% di share. In media, 7 milioni 586 spettatori. Undici punti in meno rispetto allo scorso anno. Dare la colpa alle partite di calcio ha poco senso vista la loro prevedibilità. Ci si poteva pensare prima e posticipare di una settimana. Sanremo si consola con un pubblico più giovane (aumenta di oltre due punti il target 15-24 anni) e colto.

Su RaiPlay la fruizione live è cresciuta del 22%, l’on demand di quasi il 50%. L’edizione 2021 è la più social di sempre, con 5,4 milioni di interazioni, il 120% in più: su Instagram sono aumentate del 300%. Detto il bene, errori ce ne sono stati, tanti. Soprattutto caricare il Festival di enormi aspettative escludendo il prudente basso profilo. In Rai gli strateghi del settimo piano puntavano sul fatto che la gente chiusa a casa avrebbe consegnato ascolti record. Sbagliato. Persino Rai pubblicità aveva venduto gli spazi stimando uno share al 55%. Si respira aria di cocente delusione. E Amadeus, incolpevole ma che ci mette la faccia, non ci sta a rimanere con il cerino in mano.

Amadeus, che è successo?
«Quello che avevo previsto sarebbe successo. Sono passato per capriccioso, per uno che faceva le bizze solo per aver detto che senza pubblico saremmo andati a finire così. Anzi, è andata benissimo, oltre ogni più rosea aspettativa, in queste condizioni».
Parliamo sempre di ascolti?
«Certo. Da subito ho espresso il mio disinteresse per i dati tradizionalmente intesi. Sanremo è la più grande macchina della tv pubblica, con i 1300 giornalisti accreditati, le signore della prima fila, i cantanti, i politici. Messi insieme ne fanno un evento. Svuotato di queste componenti, resta solo un bel programma televisivo. Quello che stiamo facendo quest’anno. Né più né meno».
Però si diceva pure che il pubblico, costretto a casa, il Festival avrebbe visto, tributando record di ascolti.
«Quando sei arrabbiato e un tuo amico ti invita a una festa, non ci vai perché non sei nello spirito giusto. Come Paese abbiamo raggiunto picchi di povertà spaventosi».
Amadeus, allora si pente di averlo fatto questo Festival?
«Mai. Anzi, sono felice di potermi rendere utile e di fare servizio pubblico. Per ogni persona che mi ferma per strada dicendomi che con noi si distrae, per quei dieci milioni di telespettatori che si sintonizzano in cerca di leggerezza, nonostante tutto. Restituiamo un segnale di lotta e non di resa. Dirò di peggio. Pensavo che gli ascolti ci avrebbero penalizzato di più».
E diciamo anche altro…
«Ci hanno accusati di voler fare il Festival a tutti i costi e ne hanno fatto un Festival antipatico e da colpire. Anche il dualismo con i teatri è stato miope. Se annullare Sanremo fosse servito a far riaprire gli altri, lo avrei fatto subito. Ma chiuso l’Ariston è chiuso tutto. E poi, quei 500 tra medici e infermieri in platea avrebbero fatto felici loro e felici noi senza danni».

 

(Nella foto Amadeus)