Pubblicato il 02/03/2021, 14:34 | Scritto da La Redazione
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Gli arbitri in televisione? Reticenti

Quando gli arbitri non dicono le cose che vorremmo sapere

Corriere della sera, pagina 47, di Aldo Grasso.

Doveva essere una serata storica, come annunciato dai conduttori di 90° minuto. Storica perché, secondo il nuovo corso inaugurato dal designatore Alfredo Trentalange, gli arbitri potranno andare in tv a parlare, a giustificare il loro operato, a spiegare il perché delle loro decisioni. Però, se gli arbitri non hanno niente da dire – e Daniele Orsato non aveva niente da dire – è meglio che stiano zitti, come in passato. Ne va della loro autorevolezza. In verità, Orsato qualcosa l’ha detto. E cioè che da quando tre anni fa non ha espulso Pjanic in Inter-Juventus, come avrebbe dovuto, non ha più arbitrato l’Inter (e il Napoli perse lo scudetto). Forse era il caso di incalzarlo, di chiedergli se le grandi squadre hanno questo potere, se esiste la sudditanza psicologica, insomma cose del genere. Tanto lui avrebbe sviato.

Ben coadiuvato dall’ex arbitro Tiziano Pieri nello stare sul vago, Orsato ha tenuto a ribadire che lui arbitra dove lo manda il designatore, che ben volentieri segue le regole dell’Aia, che è giusto andare in tv, ma non per fare polemiche. Speriamo allora in un arbitro più loquace e meno evasivo. Gli è anche stato chiesto se è più difficile arbitrare all’estero o in Italia, in una di quelle classiche domande che contengono già la risposta. Personalmente gli avrei chiesto se gli arbitri all’estero sono così protagonisti come quelli italiani (non mi sembra) e forse qualcuno in studio gliela avrebbe anche fatta, la domanda, se l’ex arbitro Nicola Rizzoli (gran frequentatore di Sky) non avesse disturbato Enrico Varriale con un’inutile precisazione di protagonismo.

 

(Nella foto Daniele Orsato)