Pubblicato il 12/02/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Lega Calcio: volano schiaffi tra il presidente del Genoa e l’avvocato dell’Udinese

Diritti tv, un rinvio con rissa

Corriere dello Sport, pagina 9, di Pietro Guadagno.

Serie A spaccata sui fondi, e di conseguenza sui diritti tv, ma gli altri presidenti devono intervenire per separare Preziosi e Campoccia, arrivati addirittura a mettersi le mani addosso, mostrando il peggio di loro. Come previsto, nemmeno ieri i diritti per il campionato non sono stati assegnati. Ma non perché ci sia una divisione tra Dazn e Sky. Anzi, la prima resta in netto vantaggio e, con ogni probabilità, avrebbe vinto se una decina di dub non avessero “boicottato” la votazione. Con lo scopo, appunto, di forzare la mano sui fondi. Dalla Roma al Torino, più Bologna, Sassuolo, Parma, Genoa, Sampdoria, Benevento, Crotone, Spezia: vorrebbero tutti legarsi alla cordata Cvc-Advent-Fsi e sono convinti che una scelta immediata di Dazn avrebbe voluto dire chiudere definitivamente la porta ai fondi.

Invece, confortati dagli stessi Cvc, Advent e Fsi, che almeno per il momento non faranno passi indietro, vogliono andare fino in fondo e sono disposti a tenere duro fino a fine marzo nella non assegnazione dei diritti.

Juve contro Dal Pino

Come già sottolineato, la mossa di ieri non è stata contro Dazn. Prova ne sia che i 10, in caso di votazione, non avrebbero votato contro, ma si sarebbero astenuti. È stato Dal Pino a decidere che non si perdesse tempo, per la stizza della Juventus, che (come Inter, Juve, Milan e Lazio) avrebbe voluto procedere con l’urna, convinta che la maggioranza per Dazn ci sarebbe stata. A ogni modo, il vantaggio di Dazn per le cifre messe in busta (840 milioni contro i 750 di Sky) è stato consolidato anche dalle presentazioni che i due operatori hanno fatto ieri davanti ai club.

La tv di Santa Giulia ha puntato sulla propria solidità e affidabilità, facendo leva anche sulla storicità del legame con la serie A e sull’opportunità di lanciare insieme anche il Lega Channel in versione Ott, e, per concludere, sollevando dubbi sull’opportunità di trasmettere tutto il campionato in streaming.

Beh, pur avendo illustrato per prima il proprio progetto, Dazn ha voluto proprio cancellare questo tipo di perplessità, confermando di aver un partner tecnologico al proprio fianco – seppure non nominato di tratterebbe di Tim, nonostante le smentite ufficiose – aggiungendo inoltre che le piattaforme Ott sono il futuro, a differenza del satellite, come dimostrano il successo di Netflix e Amazon, nonché il fatto che grandi major come Disney abbiano creato il proprio contenitore web.

Possibili evoluzioni

Il rinvio, al momento, non ha ancora una data precisa: visto che la prossima settimana ci saranno le Coppe, è probabile che il nuovo appuntamento possa essere venerdì. Le carte, comunque, sono ormai sul tavolo e variabili ridotte. Sky potrebbe cambiare qualcosa, alzando la posta sui diritti di archivio che vanno trattati individualmente. Invece, se venisse rimesso all’asta il pacchetto 2, sarebbe diviso tra gare in pay e una in chiaro, sempre che non ci siano contestazioni da parte di Dazn.

Quasi rissa

Come premesso, l’Assemblea di ieri ha avuto un prologo da dimenticare. Mentre Campoccia, membro della commissione sui fondi, relazionava sugli ultimi sviluppi, Preziosi ha cominciato a contestarne le parole. Il presidente del Genoa, pro-fondi, si è alzato una prima volta, venendo subito calmato. Alla seconda, invece, è partito, arrivando a rifilare una manata in volto all’avvocato dell’Udinese, che ha risposto allo stesso modo. Fortunatamente, i due sono stati separati prima che la situazione degenerasse definitivamente. «Ieri (mercoledì, ndr), mi avevi detto il contrario?», gridava Preziosi. Campoccia, invece molto amareggiato per l’accaduto, era convinto di essere stato frainteso, visto che la sua idea è quella che Cvc-Adventi-Fsi, alla luce del risultato del bando per i diritti-tv, dovrebbero alzare ulteriormente la loro offerta rispetto agli attuali 1,7 miliardi. Come? Inserendo un valore per i diritti d’archivio, ovvero uno dei nodi sollevati da chi i fondi non li vuole più…