Pubblicato il 11/02/2021, 09:30 | Scritto da La Redazione
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Come sono le canzoni di Sanremo? Ecco le pagelle di un supercritico

Come sono le canzoni di Sanremo? Ecco le pagelle di un supercritico
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Marco Mangiarotti è un veterano del Festival. Ha ascoltato in anteprima tutte le canzoni. E ha dato i voti: «Arisa è perfetta».

Le pagelle dei 26 Big

QN – Quotidiano Nazionale, pagina 29, di Marco Mangiarotti.

Non è vero che la pandemia suona altrove. Ma il politico è filtrato da un ironico personale sociale, malinconico è il mood degli amori. Sono stanze con vista, non piazze. Il tempo vuoto ha acceso di colori la memoria, ritornano gli anni ’60, ’70 e ’80, citazioni di Buscaglione, Jannacci, Celentano, Dalla, ma anche gli Skiantos. Il rock è un outfit per tutte le ore, il punk uno smacchiatore potente. Daniele Silvestri un maestro di scorribande sanremesi. Ventaglio ampio, canzoni diversamente d’autore, con un linguaggio sempre. Ripiene di musica. Ascoltate chi emerge da altri mondi vitali. Colapesce e Dimartino, Madame, Coma_Cose, Extraliscio, La Rappresentante di Lista, Peyote. I Maneskin non sono solo glam, Gazzè è zappiano geniale.

Aiello 6: «Quella notte io e te sesso ibuprofene, avevo il cuore malato ma tu non lo vedevi». Neo romantico, Sanremo anni ’80, accenti che vanno e vengono. Sotto il miele la voce ha la barba di un giorno.
Annalisa 6+: «Tu scrivimi fra un’ora». Un amore finito, ma ecco una voce e una canzone, sulle onde di una musica come oggi deve essere, un sentimento ad andamento lento.
Arisa 7+: «Noi di spalle nel letto, più soli e bugiardi». II miglior Gigi D’Alessio, compositore classico e nei moderni, con un lessico a portata di tutti. Arisa è perfetta.
Colapesce e Dimartino 8: cantautori oggi, ma sul treno per Sanremo. Con ironico rispetto. Interessanti. Un fischio alla Morricone e una filastrocca alla Silvestri. Possibile sorpresa e grande conferma.
Malika Ayane 7: con Pacifico, si nota. Si entra subito nel vivo di un discorso e la musica si adegua. Poi si scivola in un giochino pop che va e torna, delizioso. Si sale verso altri saperi, brividi, scintille.
Coma_Cose 8: giovane pop indie, «fiamme negli occhi, se mi guardi ti bruci», e anche «grattugio le tue lacrime, ci condirò la pasta». Bei suoni nudi, unghie non del tutto tagliate. Mi piace.
Gio Evan : arnica e ricordi, lo stile poetico di Gio Evan, un fiume basso e lento di parole. Non banale ma sorprende raramente. Narratore musicale e letterario, ma forse non basta. Qui.
Orietta Berti : portami una canzone d’amore d’una volta. Orietta la canta per Osvaldo, con le parole della giovinezza. Coerente con la sua età e la sua storia. Se lo fa Celentano è un genio.

Bugo : «Vorrei immaginarmi che Ringo Starr è il mio miglior amico». Invettiva da adulto giovane, moderatamente ironica fra Don Backy, Clan e Celentano. Nel suo piccolo funziona.
Extraliscio ft. Davide Toffolo : «Fonte miracolosa, piantagione velenosa». Luce bianca luce nera. Liscio post punk, un orso bianco che balla, Mano Negra che torna, musica popolare.
Fasma 6+: l’emergente del Sanremo Giovani 2020, la transizione dal rap a un diverso pop d’autore. Parla ai suoi coetanei con un certo realismo sanremese, ha un suo perché. Piacerà.
La Rappresentante di Lista : «Amare senza avere tanto, urlare dopo avere pianto». Sotto i suoni troverete l’anima popolare e la Sicilia, pop folk consapevole ed eccentrico, nella voce la differenza.
Lo Stato Sociale 7–: il rock non è combat sempre, ma è funzionale al teatrino della casa. Siamo nella Bologna degli Skiantos, di Vasco Rossi e i Lunapop, la satira è personale e social(e), sul palco piaceranno.
Fulminacci : una piccola delusione per il cantautore del Tenco, il salto acustico sinfonico sotto il cielo di Minghi, Barbarossa, Dalla, De Gregori. Suoni anni ’70, ’80, sa ispirarsi bene, bravo è bravo.
Gaia 7-: «lo non vedo il denaro, ma il mio cuore amaro». Cantautrice dalla metrica che spariglia come il respiro lungo e rotto del suo canto fra Italia, Brasile e voga latina. Brava.
Madame 8: «Mi ricordo di te… dove sei finita amore». Giovanissima, diretta, potente. Il girotondo dei suoni di Dardust naturale, nel sentimento scoramento di lei. Grande.

Maneskin 8½: «Zitti e buoni… siamo fuori di testa, ma diversi da loro». Parole dritte come biglie a segno, rock maleducato e una voce che si fa palco, slogan, un’idea innocua di punk. Per vincere, credo.
Max Gazzè 8+: una pozione è la soluzione. Il folk romano e lo spirito zappiano, il manicomio sociale di Gazzè è un manifesto di intelligenza creativa. Partendo da De Andrè.
Ermal Meta 7: cantautore pop, l’ieri che può essere oggi, un romanticismo nudo quanto basta, un ritornello con deviazione che sposta. II miglior Meta possibile.
Ghemon 8: «Non voglio lavorare più gratis» e molto altro. Il personale è politico, come il suono del testo che ti entra in testa, schegge di Jannacci anche e un finalino jazz.
Michielin e Fedez 7–: titolo da film (Chiamami per nome), coppia da film o social. Francesca porta intelligenza emotiva, Fedez il suo mestiere. Richiede solo lampi di attenzione. Dietro, Mahmood.
Irama 7++: «E l’armonia del silenzio sarà una genesi, la genesi del tuo colore». Si vola alto, anche troppo, amici miei. Irama è il nuovo cantautore che piace, pop o rap quando serve.
Noemi 6½: l’onnipresente Dardust qui si firma con il suo nome, Dario Faini, e la ballatona per Noemi ha il suo stile classico, elegante ma attuale. No blues, quindi più finezza. Lei canta bene.
Willie Peyote 7–: «Questa è l’Italia del futuro, un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte». Evvai di musichetta allora, giochino divertente, urticante, un Buscaglione indie e un Silvestri pop.
Random 5+: piano e voce. Quindi ritorno positivo a musica e canzone, ma resta la più debole fra i giovani, solo generazionale. Un testo e una voce un po’ così. Random deve fare ginnastica.
Francesco Renga 7+: scritta sulla voce di Renga, fra scale e strappi, si sente ancora la mano di Faini, belle aperture melodiche e Francesco che canta con la voce in poppa, senza distrazioni. Spettacolare.

 

(Nella foto la scenografia del Festival di Sanremo 2021)