Pubblicato il 08/02/2021, 19:02 | Scritto da La Redazione

Nudi alla meta (televisiva)

Nudi alla meta (televisiva)
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: su Discovery+ impazza “Naked Attraction”, finalmente in versione integrale, senza censure. Né estetiche. Né verbali. E non è l’unico programma estremo che incolla davanti alla Tv. Ecco la lista completa

Sputtanati e felici

Libero, pagina 19, di Francesca D’Angelo.

Cosa non si fa per avere cinque minuti di celebrità. O forse dovremmo dire cosa non bisognerebbe fare (ma purtroppo si fa) per un po’ di visibilità. Se infatti una volta, per finire in tv, bastava avere una grande cultura o una enorme faccia tosta (nel primo caso partecipavi a un quiz o un game show, nel secondo raccontavi i fatti tuoi in qualche salotto gossipparo) adesso il prezzo per apparire in video è molto più alto: si chiama dignità. E, sì, il più delle volte la si vende al migliore autore tv. Ovviamente tutto dipende da che cosa si ha da offrire e quanto si è disposto a rischiare.

Prendiamo per esempio il caso più facile: cerchi l’amore. L’opzione più classica, e più dignitosa, è quella di partecipare a Matrimonio a prima vista oppure a uno a caso dei mille dating show in circolazione. Che, però, per l’appunto sono mille: ti permetteranno (forse) di trovare l’anima gemella, ma da casa quanti si ricorderanno a lungo di te? Se quindi vuoi coniugare massimo risultato e alta visibilità, il nuovo orizzonte è Naked Attraction. Piccolo particolare: devi essere disposto a farti inquadrare come mamma ti ha fatto. Nel format inglese, la cui versione italiana è sbarcata ieri sulla piattaforma Discovery+, il concorrente vede prima i genitali dei potenziali corteggiatori, poi il busto e solo alla fine il volto. È, tosta, dunque, anche perché devi essere disposto a sentire frasi come «Desolata, ma il tuo scroto non mi piace», come accade nella versione inglese. Capite bene però che non tutti sono single: c’è parecchia gente che è felicemente in coppia e, magari, non ha nemmeno un’esperienza di corna da raccontare. Quindi, che si fa?

Gli altri programmi

Bisogna inventarsi qualcosa. E qui si aprono scenari dove la propria reputazione oscilla tra la vita e la morte. Avete per esempio presente la docu Ti spazzo in due? È esilarante e vede le sorelle Paglionico ripulire le case di mezza Italia. Peccato che, alla fine della puntata, il più delle volte lo spettatore non pensa: «Quanto sono brave queste donne a pulire», bensì: «Il proprietario è uno zozzone!». È difficile, infatti, non rimanere impressionati da come alcuni proprietari, di cui si fanno nome e cognome, tengano casa. Facciamo un esempio: in una delle primissime puntate, le sorelle Paglionico rimettono a lucido una casa di campagna. È sporca, ma non “sporca” come potremmo pensare io e te: lo è oltre ogni immaginazione. Nel bagno, per esempio, ci sono addirittura le voliere per gli uccelli e le feci, come il fieno, riempivano il lavandino e la vasca. Eppure la proprietaria attendeva, serafica, in giardino che le Paglionico finissero il lavoro…

Un discorso analogo vale per Cucine da incubo. Più che la bravura di Antonino Cannavacciuolo restano impresse le sozzure di alcuni ristoranti, che i proprietari non si vergognano di svelare. Dopodiché c’è la categoria dei malati aspiranti vip: parliamo di quella nutrita schiera di casi clinici che affollano gli show di La dottoressa schiacciabrufoli, Piedi al limite o Incidenti di bellezza.

 

(Nella foto Naked Attraction)