Pubblicato il 05/02/2021, 19:05 | Scritto da La Redazione

Matilda De Angelis: Attrice per caso, ma ora ho capito cosa voglio

Matilda De Angelis: Attrice per caso, ma ora ho capito cosa voglio
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: dopo il successo della serie “The Undoing” l’attrice bolognese è tra le più conosciute al mondo. In questa intervista racconta i suoi esordi.

Matilda De Angelis: «Sono diventata bella quando ho detto basta»

Corriere della sera, pagina 66, di Chiara Maffioletti.

Sua mamma le ripete che lei se lo aspettava, lo sapeva che sarebbe diventata esattamente la persona che è. Ma Matilda De Angelis preferisce riderci su: «È una fricchettona, molto affascinata dell’esoterico, che ha studiato tante cose sulle esperienze dell’anima». La sensazione, per restare in tema, è che l’anima di questa giovane donna di 25 anni sia complessa e frastagliata; un insieme di colori anche distanti, ma che rimandano l’immagine nitida di un volto veramente nuovo. Un volto che è a suo agio mentre bacia Nicole Kidman (o Hugh Grant, visto che ha recitato con entrambi nella serie The Undoing che l’ha resa nota in tutto il mondo), ma che lo è stato perfettamente anche nelle stazioni di servizio di mezza Europa, dove si lavava come meglio poteva dopo le notti passate a dormire per strada, con la sua band. «Delle volte nemmeno io capisco esattamente cosa sia successo», confessa.

«Sicuramente negli anni ho fatto tante esperienze personali che alla fine si sono rivelate importanti. Non ho seguito una scuola di recitazione, ma ho sempre fatto tanto sport e quindi lavorato sulla mia presenza: facevo ginnastica artistica e nelle gare il novanta per cento della valutazione era sull’interpretazione dell’esercizio. Poi ho studiato l’inglese, perché mi piaceva. E ho iniziato a cantare e suonare molto presto. Pian piano ho messo insieme tutte queste cose».

Ed eccola qui, il nome di cui ora tutti parlano. Prossimo volto anche di Sanremo. Se lo immaginava cinque anni fa, quando ha recitato nel suo primo film?
«Nonostante quello che pensa mia mamma, appunto, cioè che questo era da sempre il mio obiettivo, io non ho mai fatto niente nella vita con il pensiero che poi sarebbe stato il mio percorso. Ho solo seguito le mie inclinazioni, facendo quello che mi divertiva. Ho smesso di fare ginnastica artistica quando non succedeva più, nonostante fossi brava. Poi è arrivata la musica. Mi dicevano: perché non provi ad andare a X Factor? E io rispondevo: per far cosa? Per me i soldi, non avendone mai avuti, non avevano grande valore e non lo aveva nemmeno il diventare famosa, visto che io con la mia band suonavo ugualmente. Non capivo cosa sarebbe cambiato. Solo negli ultimi due anni sono diventata più ambiziosa, professionalmente più affamata. Non è tanto per vincere un Oscar o per lavorare con Tarantino… semplicemente, una volta individuata la mia carriera, è arrivata la consapevolezza di volermi impegnare il triplo».
C’è chi potrebbe dire che questo significa anche crescere, no?
«Sì, forse. Però l’altro giorno leggevo un post di Calcutta: ricordava che cinque anni fa era uscito il suo primo singolo di successo e che da cinque anni poteva pagarsi l’affitto, ma non sapeva ancora bene se gli piacesse più prima o più adesso. Anche per me è un po’ così: posso pensare di essere maturata, ma l’essere diventata anche più materialista mi piace e non mi piace».

La sua non era una famiglia benestante?
«No, non c’erano molti soldi. Diciamo che la crisi del 2009 l’abbiamo sentita tutta e alla grande. Non me ne importava granché, ma non posso dire che ho iniziato a fare l’attrice perché lo sognassi: semplicemente non potevo dire no a un’occasione così. E in questo modo ho trovato la mia passione più grande. Ma al tempo stesso volevo portare a casa un po’ di soldi. Da ragazzina non potevo fare tante gite di classe o chissà che, ma per me non era un problema. Ho provato invidia solo per una mia compagna ricchissima che aveva una Fender Stratocaster e nemmeno sapeva cosa farne mentre io suonavo la chitarra della Lidl. A parte questo, me ne facevo una ragione. I miei migliori amici li avevo e quelli sono rimasti anche oggi. E se anche non andavo in gita, tanto giravo comunque l’Europa suonando, quindi…».
Com’è arrivata la musica?
«Sempre per via di quegli incastri a cui crede mia madre, che mi hanno portata fino a qui. Una mia ex compagna di ginnastica si ricordava, non so come, che cantavo quando avevo dieci anni. Per un caso piuttosto incredibile aveva saputo che i Rumba de Bodas, gruppo noto nel bolognese, cercavano una cantante e aveva fatto il mio nome: mi hanno chiamata, ho fatto il provino e sono stata con loro per cinque anni. Suonavamo per tutta Europa, scegliendo noi il tragitto dei viaggi. Se dovevamo andare in Scozia decidevamo di volta in volta dove fermarci. Ma non era sempre semplice trovare ospitalità per otto musicisti italiani, così avevamo le tende e le buttavamo dove capitava: ho dormito nei parcheggi degli Autogrill, per strada, a casa di sconosciuti, nei parchi con la polizia che ci veniva a svegliare. Tutte cose piuttosto strane, in effetti».
E i suoi genitori? Cosa le dicevano?
«Lasciavo sempre il cellulare a casa, quindi era molto difficile reperirmi. Ero terribile. Ma anche se ho fatto tante esperienze assurde non mi sono mai drogata, incredibile. Direi che, nonostante tutto, ero molto pura».

 

(Nella foto Matilda De Angelis)