Pubblicato il 05/02/2021, 09:04 | Scritto da La Redazione

Vuoi partecipare a Sanremo? Prima leggi queste 75 pagine

Il Festival è salvo Via libera “col manuale” (lungo 75 pagine)

Il Giornale, pagina 26, di Laura Rio.

Insomma, finiti gli aut aut, le sfuriate, il dibattito filologico su cosa s’intenda per teatro, ora si torna a ragionare di show e di musica. Che non guasterebbe visto che si tratta di un Festival della canzone. Ieri il Comitato tecnico scientifico ha ufficialmente decretato che Sanremo può andare in scena, a patto ovviamente di misure sanitarie molto restringenti. E ci mancherebbe. In sostanza una kermesse blindata: niente pubblico in sala (né paganti né figuranti), niente concerti e raduni di fan all’aperto per le vie e le piazze della cittadina ligure, regole per gli ingressi dei cantanti sul palco, distanziamento degli orchestrali.

Insomma, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio senza sognare, azzardare o tentare di ottenere un permesso speciale per il Festival. Che sarà pure il momento televisivo più importante dell’anno e un simbolo di unità nazionale, ma al virus poco importa. Amadeus sperava di condurre una kermesse della rinascita, quell’edizione «70 più 1» che aveva immaginato sulla carta. Ma, dopo giorni di delusione e stizza per la bocciatura da parte dei ministri competenti, si è ricreduto. E, ora, deve fare di necessità virtù, come ha detto ieri sera al Tg1: si riparte per creare uno show totalmente televisivo. Senza spettatori a battere le mani ai cantanti in gara o a interagire con gli ospiti come Ibrahimovic.

Allo show ci pensa Fiorello

A dargli una mano ci sarà soprattutto Fiorello che, statene certi, su questa vicenda pubblico sì/pubblico no giocherà per tutte le serate. Un pubblico, che sia virtuale o reale, a Sanremo, in tutta Italia o da qualche parte del mondo, in altri teatri o al bar, di congiunti, familiari, o amanti, di infermieri vaccinati o over 80 nelle case di riposo, lui se lo inventa comunque… E, poi, ci ha pensato lo scenografo Gaetano Castelli, al suo diciannovesimo Festival, a trasformare il teatro in un grande studio televisivo eliminando le prime file di poltroncine e predisponendo lo spazio per gli artisti, gli orchestrali, il coro e i fiati a debita distanza molto prima che cominciasse il battage sul “Festival da rinviare”.

Insomma, ora è il momento di studiare serate coinvolgenti, dove si ascolta della buona musica, per far sorridere gli spettatori a casa. Già questo sarebbe un grande traguardo in tempi di pandemia. Poi, per chi ama i dettagli, ecco in sintesi il protocollo preparato dalla Rai e approvato dal Comitato tecnico scientifico per evitare contagi.

Il protocollo

È un documento di 75 pagine. Da notare che prevede un Festival per nottambuli: 300 minuti a serata (dal 2 al 6 marzo), dalle 20,40 alle 2 di notte. Più la Domenica In del 7 febbraio, sempre all’Ariston. Come ovvio, prevede mascherine, guanti, gel disinfettanti, sanificazione di microfoni e strumenti musicali, distanziamento, misurazione della temperatura, tamponi (ogni 72 ore). E poi, disposizioni molto più dettagliate per affrontare i problemi dell’Ariston che ha degli spazi molti ristretti nel retropalco dove si devono muovere i cantanti con il loro entourage oltre a tutti i tecnici. Sono previsti accessi e percorsi diversificati per cast, artisti e orchestrali; regole stringenti per prove ed esibizioni con tetti di affollamento per ogni area.

Amadeus, Fiorello, le co-conduttrici, il cast e i cantanti in gara non saranno presenti contemporaneamente sul palco. Quando saranno senza mascherina dovranno mantenere una distanza di 1,5 metri fra loro e di 2 metri dal resto del personale. Distanziamenti minimi sono previsti anche per i gruppi in gara e per i 60 orchestrali. I musicisti, diretti dal maestro Leonardo De Amicis, potranno togliere la FFP2 solo quando saranno in postazione; nelle buche ci saranno distanze minime e barriere in policarbonato per separare le zone.

 

(Nella foto Diodato, vincitore di Sanremo 2020)