Pubblicato il 03/02/2021, 19:05 | Scritto da La Redazione
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Mattia Feltri stende le Iene (e non solo)

Mattia Feltri stende le Iene (e non solo)
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: corsivo cortese, ma velenoso del figlio di Vittorio dopo la condanna di un inviato del programma. «Mi spiace che un paio di generazioni di giornalisti siano venute su nell'ambizione di esibire la schiena dritta (che espressione orrenda) nel tallonamento armato della preda riluttante, e la riluttanza sarebbe la prova della colpevolezza, per cui più importuni più sei ganzo».

La schiena dritta

La Stampa, pagina 1, di Mattia Feltri.

Uno degli aspetti migliori di SanPa, la docuserie sulla comunità di Vincenzo Muccioli, è che gli intervistati stanno seduti e gli intervistatori di fronte, secondo le regole di Netflix, le regole del giornalismo americano da cui nonostante tutto c’è ancora da imparare. Il sostantivo “intervista” prevede infatti due verbi: chiedere e concedere. Le interviste si chiedono e si concedono, non si pretendono e non si subiscono: si subisce un interrogatorio di polizia, al massimo. In SanPa non ci sono giornalisti podisti all’inseguimento dell’interlocutore a cui far ingoiare il microfono affinché risponda a domande come lei è un pedofilo o lei è colluso con la mafia.

Mi spiace che l’inviato delle Iene sia stato condannato da un giudice per aver riservato il trattamento a Guia Soncini, braccata sin sul pianerottolo di casa a telecamera spianata, ma non so come potesse scamparla. Qui non si tratta di diffamazione (è roba da Cambogia anni Settanta che i giornalisti paghino con pene detentive anziché pecuniarie per i loro pensieri e i loro scritti) bensì di violazione di domicilio e violenza privata. Mi spiace, poi, che un paio di generazioni di giornalisti siano venute su nell’ambizione di esibire la schiena dritta (che espressione orrenda) nel tallonamento armato della preda riluttante, e la riluttanza sarebbe la prova della colpevolezza, per cui più importuni più sei ganzo: non hanno ancora capito che a consumare le suole son buoni tutti, il difficile è consumare il cervello. Ma in particolare mi spiace che certe ovvietà non vengano definite nelle redazioni, e tocchi sentirle in un’aula di tribunale.

 

(Nella foto Luigi Pelazza e Guia Soncini)