Pubblicato il 26/01/2021, 19:05 | Scritto da La Redazione
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La Caserma spera di bissare il successo de Il Collegio

La Caserma spera di bissare il successo de Il Collegio
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: parte mercoledì 27 gennaio il nuovo docu-reality di Rai2 dedicato alla generazione Z, basato sulla disciplina militare.

Dopo il Collegio arriva la Caserma ora i reality cercano la disciplina

Il Messaggero, pagina 23, di Ilaria Ravarino.

Hanno la divisa verde della naja italiana degli anni Ottanta, credono che “il cubo” sia un film del 1997 e a sentirli parlare – nelle brevi schede di presentazione da ieri in streaming su RaiPlay – sono in grado di resistere alla vita da caserma senza avere la minima idea di cosa significhi. Un po’ reality sulla scia de Il Collegio, un po’ gioco di sopravvivenza per adolescenti, La Caserma di Rai2, in onda da domani alle 21.20, porterà 15 ragazzi e 6 ragazze appena maggiorenni tra le mura di un’anonima caserma in provincia di Levico, ricostruita negli stessi locali in cui d’estate campeggiano, pregando, ignari gruppi parrocchiali di zona.

Qui – tra camerate, zona rancio, palestra e area addestramento – i ragazzi trascorreranno 30 giorni e sei puntate di naja forzata, sotto la guida di cinque istruttori professionisti (Simone Cadamuro, Germano Capriotti, Deborah Colucci, Giovanni Rizzo, Salvatore Rossi), l’occhio vigile di un inflessibile istruttore capo (Renato Daretti) e il pubblico da casa, che la rete si augura largo e costante come quello devoto ad altri reclusi del piccolo schermo, i ragazzi de Il Collegio (2 milioni e mezzo di spettatori di media).

Il format

Adattamento di un format inglese, Lads Army, evolutosi poi nella versione più estrema Bad Lads Army, con ex galeotti nei panni delle reclute, La Caserma italiana prende le distanze dal modello originale: via l’ambientazione d’epoca (Lads Army è ambientato negli anni Cinquanta), via qualsiasi riferimento a corpi militari specifici (nessuna mostrina sulle divise, solo il nome della “recluta”), via, soprattutto, le armi. Al posto dei fucili, protagonisti nel format originale, le reclute di Rai2 maneggeranno dei più innocui “laser”. Ma il resto della vita da caserma cercherà di rispecchiare il più fedelmente possibile la realtà “in chiaro” del militare, senza accennare alle zone d’ombra del nonnismo: sveglia al suono della tromba, il “cubo” (il sistema per riordinare il letto impacchettando il materasso) al mattino, poi alzabandiera con l’inno nazionale e via con le adunate, gli allenamenti e i servizi in mensa e nei bagni.

Capelli corti per gli uomini – il taglio sarà rituale per tutti – chignon “non più grande di un’arancia” per le donne, nessuna possibilità di intrecciare legami intimi o sentimentali. E questo nonostante la vita da caserma offra notevoli possibilità in questo senso – lo raccontava bene Pier Vittorio Tondelli nel 1982, nelle pagine del suo Pao Pao, sulle storie ben poco marziali di una compagnia di giovani durante il servizio militare – e nonostante la composizione dei ragazzi, tutti tra i 18 e i 23 anni, sia stata realizzata col manuale Cencelli della tele-emotività. Allineati in plotone, tutti gli archetipi da reality si sottoporranno al trattamento militare di Rai2: il ragazzo di periferia in cerca di riscatto, i tik tokers che non hanno mai vissuto senza separarsi dallo smartphone, la bionda pole dancer redenta e la tosta soldatessa figlia di militari, il genio secchione e l’aspirante trapper, la ragazza di campagna col debole per la divisa e il ragazzo convinto che la caserma sia il posto più giusto dove rimorchiare.

 

(Nell’immagine il logo de La Caserma)