Pubblicato il 26/01/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione

Rai: ancora guai per il dumping pubblicitario

Rai: ancora guai per il dumping pubblicitario
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso della tv di Stato sul ribassamento dei prezzi degli spot tv, denunciato dai concorrenti.

Rai-Agcom, il Tar del Lazio boccia il ricorso sul dumping pubblicitario

MF – MilanoFinanza, pagina 17, di Andrea Montanari.

Torna d’attualità il tema del dumping pubblicitario attuato dalla tv di Stato negli ultimi anni e anche nel primo periodo di pandemia, come denunciato da altri gruppi televisivi a partire da Mediaset, come evidenziato dai parlamentari Giorgio Mulè (Forza Italia) e Michele Anzaldi (Italia Viva) e infine oggetto di dibattito in Commissione di vigilanza Rai. Ieri i giudici della Terza sezione ter del Tar del Lazio (presidente Giampiero Lo Presti, consigliere ed estensore Luca De Gennaro, primo referendario Paola Patatini) hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’azienda tv presieduta da Marcello Foa e guidata dall’ad Fabrizio Salini (il cda è in scadenza in primavera), in merito alle evidenze emerse dall’istruttoria avviata e definita tra il 2019 e il 2020 dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e finalizzata all’accertamento dell’ inosservanza degli obblighi di servizio pubblico generale radio tv collegato al contratto nazionale di servizio 2018-2022.

Un’indagine al termine della quale aveva disposto l’avvio di un procedimento sanzionatorio nel confronti dell’emittente pubblica. In particolare, l’Agcom aveva imposto al gruppo di viale Mazzini un «corretto utilizzo delle risorse pubbliche destinate al finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico». In seguito a quel dispositivo la Rai aveva tuttavia promosso un primo ricorso, accettato, davanti al Tar del Lazio, anche per le condizioni di mercato dello scorso anno sulle quali aveva impattato la pandemia. L’Agcom aveva poi evidenziato altre violazioni da parte della tv di Stato, che incassa a inizio anno un canone da 1,6-1,7 miliardi. Come si legge nel dispositivo del Tar del Lazio «non è l’accertata discriminazione della clientela nel settore della raccolta pubblicitaria ma, a monte, l’opacità delle pratiche commerciali e tariffarie messe in atto da Rai, opacità che non pone peraltro in condizione l’Autorità di svolgere pienamente la propria missione istituzionale».

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)