Pubblicato il 25/01/2021, 18:03 | Scritto da La Redazione

ItsArt: altro che Netflix, gli piacerebbe

ItsArt: altro che Netflix, gli piacerebbe
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: la nuova società voluta dal ministro Dario Franceschini non avrà nessuno del Ministero Mibact nel Cda.

La “Netflix dell’arte” che rischia il flop, ma fa felice il privato

Il Fatto Quotidiano, pagina 12, di Leonardo Bison.

Da alcune settimane ha preso forma la cosiddetta “Netflix della Cultura” voluta dal Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e costata finora 10 milioni di euro di fondi del Mibact e 9 della Cassa Depositi e Prestiti, oltre ad altrettanti messi dal partner privato attraverso la fornitura di “tecnologia, cassa e competenze del management”. Si chiamerà ItsArt, crasi per Italy is Art. La newco è stata formalmente creata a Roma il 22 dicembre scorso e dal 10 gennaio l’homepage del sito Itsart.tv è online con il messaggio “stiamo arrivando”.

Eppure, man mano che si accumulano i dettagli, i dubbi che erano stati sollevati da più parti, sia politiche sia giornalistiche, nei mesi passati, sembrano aumentare e non diradarsi. E questo al netto della scelta dell’ennesimo anglicismo nel nome, che porta alla mente il fallimentare verybello.it.

La newco

La nuova compagnia sarà di proprietà al 51% di Cassa Depositi e Prestiti, e al 49% del gruppo Chili, piattaforma Tv on demand fondata nel 2012 da Stefano Parisi – dirigente di Confindustria ed esponente di spicco del centrodestra milanese, già candidato governatore nel Lazio – e oggi controllata da Negentropy, società di investimento con sede a Londra e fondata da Ferruccio Ferrara (che siederà nel Cda di ItsArt). Cassa Depositi e Prestiti esprimerà il presidente e altri due consiglieri di amministrazione, mentre Chili esprimerà i restanti due consiglieri. Il Ministero dei Beni Culturali quindi, nonostante i 10 milioni di euro investiti, non avrà alcun controllo diretto sulla compagnia, ma si limiterà a fornire contenuti.

Il presidente sarà Antonio Garelli, in Cassa Depositi e Prestiti dal 2017, mentre gli altri due rappresentanti della Cassa nel Cda sono Sabrina Fiorino e Antonio Caccavalle, entrambi entrati nella società nella primavera 2020. Nonostante l’ossessivo paragone con Netflix, la piattaforma avrà ben poco a che fare con il gigante americano. I contenuti non saranno distribuiti in abbonamento e ItsArt non produrrà contenuti inediti: questi due elementi, assenti nella nuova piattaforma italiana, sono quelli che più di altri hanno contribuito al successo del modello Netflix.

Non è tuttora chiaro perché il Governo abbia preferito costituire una nuova piattaforma che offra contenuti a pagamento invece di coinvolgere la Rai, che con RaiPlay e i canali culturali come Rai5 e RaiStoria avrebbe potuto fornire lo stesso servizio senza oneri ulteriori per i cittadini.

 

(Nell’immagine il logo di ItsArt)