Pubblicato il 20/01/2021, 14:34 | Scritto da La Redazione
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La pace Mediaset-Vivendi passa da AccesCo

La pace Mediaset-Vivendi passa da AccesCo
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: è questo il nome della rete unica della banda ultralarga fortemente voluta dal Governo che l'ha avviata lo scorso anno e che ruota attorno a Tim e a Cassa Deposti e Prestiti. Il Biscione potrebbe entrare a farne parte, chiudendo la lite con i francesi. Si decide tutto entro l’11 febbraio.

Per accelerare il percorso verso la Rete unica serve la pace tra Mediaset e Vivendi

Avvenire, pagina 19, di Andrea Giacobino.

Due partite intrecciate fra loro, e finora bloccate, che dovranno trovare soluzione al più presto. Soni i destini che legano la nascita della rete unica della banda ultralarga, denominata AccessCo e fortemente voluta dal Governo che l’ha avviata lo scorso anno e che ruota attorno a Tim e a Cassa Deposti e Prestiti, alla fine della guerra che dura da quasi cinque anni sui destini di Mediaset tra la Fininvest della famiglia di Silvio Berlusconi e il gruppo francese Vivendi di Vincent Bolloré. Le partite sono collegate perché proprio Vivendi è socio forte sia del gruppo telefonico guidato da Luigi Gubitosi col 24%, ma è anche azionista rilevante con quasi il 30% del gruppo media al cui timone c’è Pier Silvio Berlusconi.

C’è da dire che la “campagna d’Italia” di Bolloré registra a oggi perdite per oltre 3,2 miliardi sui due investimenti rispetto ai prezzi di acquisto e, come se non bastasse, la lite coi Berlusconi è costata finora, oltre a centinaia di migliaia di euro di spese legali, anche un’inchiesta penale avviata dalla procura di Milano nei confronti dello stesso Bolloré e del suo braccio destro Arnaud de Puyfontaine.

La rete unica

Nel frattempo la rete unica è appena finita nel mirino del Ppe, il primo partito europeo. A chiedere lumi al vicepresidente della Commissione europea nonché commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager è stato infatti l’europarlamentare olandese Antonius Manders, esponente del Partito Popolare Europeo. Nel mirino, evidenziando «segni di un ritorno al monopolio in alcuni mercati delle telecomunicazioni dell’Ue», c’è la fusione tra la rete in fibra di Tim (confluita nella nuova Fibercorp) e quella di Open Fiber partecipata al 50% da Cdp, mentre il restante 50% verrà acquisito entro fine giugno dal fondo Macquarie che ha offerto 2,65 miliardi a Enel per rilevare la partecipazione.

Tim, che oggi capitalizza in borsa 8,7 miliardi, è seguita con attenzione dal governo sia perché Cdp ne è socia col 5% sia perché in primavera scadrà il consiglio d’amministrazione. L’esecutivo ha interesse che sia il Cda uscente a proporre la nuova lista, confermando quindi l’amministratore delegato Luigi Gubitosi e impedendo così a Vivendi, che oggi esprime 5 consiglieri, di fare man bassa nel nuovo organismo esecutivo. Così concepito il nuovo consiglio di Tim sarà quindi in grado di finalizzare il decollo di AccessCo e riservare in essa un posto proprio a Mediaset, che s’è detta interessata a essere della partita.

 

(Nella foto le sedi Mediaset e Vivendi)