Pubblicato il 11/01/2021, 19:05 | Scritto da La Redazione

Nessuno vuole mandare in onda il documentario su Jamal Khashoggi

The Dissident. Nessuno vuole comprare il film su Khashoggi

Il Fatto Quotidiano, pagina 15, di Fabio Scuto.

È stato difficile il percorso della pellicola sulla morte di Jamal Kashoggi. Anche prima che The Dissident facesse la sua prima al Sundance Film Festival l’anno scorso, il regista Bryan Fogel aveva la sensazione che il suo documentario sull’assassinio di Jamal Khashoggi sarebbe stato difficile da vendere. Il film, disponibile on demand dalla scorsa settimana, è stato uno dei più attesi al Sundance. Il film precedente di Fogel, Icarus, sul doping russo alle Olimpiadi aveva vinto l’Academy Award come miglior documentario. Nella pellicola su Khashoggi ci sono gli audio del suo assassinio nel consolato saudita di Istanbul e c’è la partecipazione della fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, e molti dettagli sugli sforzi di hacking dei sauditi, inclusa l’infiltrazione nel cellulare del fondatore di Amazon Jeff Bezos.

Alla proiezione Fogel aveva implorato i Media Group di non spaventarsi. «Nei miei sogni, i distributori resisteranno all’Arabia Saudita», aveva detto un ottimista Fogel sperando che Netflix, Amazon, Hbo o altri si facessero avanti, per dare al film una piattaforma globale per la storia di Khashoggi, che è prima di tutto un thriller geopolitico. Ma la difficile strada da percorrere per The Dissident era segnata.

Nessuno lo vuole

Nessuno degli streamer che hanno acquistato diversi film al Sundance, ha opzionato la pellicola, eppure ci si poteva aspettare qualcosa di buono da un regista che ha vinto un Oscar. The Dissident alla fine è stato acquisito da Briarcliff Entertainment, un distributore indipendente e dopo due settimane in circa 200 sale (ridimensionate per la pandemia), è su iTnes, Amazon e Roku.

 

(Nella foto Jamal Kashoggi)