Pubblicato il 04/01/2021, 11:35 | Scritto da La Redazione
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La Generazione Z finisce in Caserma

La Generazione Z finisce in Caserma
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il nuovo docureality di Rai2, in onda da fine gennaio, è stato girato in Trentino in una bolla anti-Covid.

Ragazzi, sull’attenti. Arriva il reality che vi rimette in riga

La Repubblica, pagina 30, di Antonio Dipollina.

Tutti consegnati, in tv. O almeno è la speranza del gruppo produttivo e di lavoro che a fine gennaio lancerà su Rai2 un nuovo docu-reality. Ovvero, La Caserma. Nel senso di una caserma vera, o almeno ricostruita alla perfezione in apposito edificio del Trentino, tra le nevi, vicino a Levico. Se la cosa ricorda Il Collegio, un po’ ci siamo. Ma lì era la scuola ed era dislocata nel tempo, dagli anni ‘60 in avanti, un’edizione dopo l’altra progredendo nei decenni. La Caserma no, si svolge in una sorta di tempo sospeso (essendo il servizio di leva obbligatorio abolito dal 2005, gli ultimi furono i ragazzi dell’85 – che avrebbero tanto voluto essere più giovani, anche di poco. L’allora ministro della Difesa disse: «È il dividendo della pace dopo cinquant’anni, una svolta epocale». Era Sergio Mattarella).

Un bel gruppone di giovani, tra i 18 e i 22 anni. Quelli della cosiddetta Generazione Z che, spiega uno degli autori, Cristiano Rinaldi, non è mai stata protagonista in un esperimento televisivo simile. Un gruppo più ristretto è quello degli istruttori, con gradi militari: lo scopo, creazione dello spirito di gruppo, della solidarietà, lo sbocciare della personalità di ognuno, la consapevolezza e, non ultimo, imparare a rifarsi il letto la mattina. Importante: niente nomination, no eliminazioni, è un gioco, ma non è un gioco. Prove da superare ogni giorno, tipo attraversamento di ponti tibetani, ma anche cose meno spettacolari. E soprattutto la costruzione di una storia collettiva, anzi, spiegano in produzione, un «romanzo generazionale atemporale».

Una bolla in Trentino

Prima di altri dettagli, è curioso notare come La Caserma prenda in realtà il posto del vecchio Pechino Express: la differenza è intuibile, anzi epocale. Là il viaggio, i mondi lontani, la libertà di costruirsi la vita on the road inventandosela ogni giorno anche per questione di sopravvivenza. La Caserma è l’esatto opposto, volendo è il primo esperimento di questo genere che si adatta all’epoca Covid.

In Trentino nel corso della lavorazione, a novembre, è stata creata una vera e propria bolla con tutti i controlli del caso. E dentro la bolla si fa il docureality, si cementano amicizie, si obbedisce agli ordini e, promessa o minaccia, si impara il senso della disciplina e del seguire le regole. Spiega ancora Rinaldi: «Sono ragazzi di una generazione che è individualista nel profondo e qui invece scopre il senso del gruppo, inizia a pensare al futuro e, nella quotidianità delle giornate, nel provvedere alla pulizia dei locali (tutti i locali, ndr), nei turni di guardia di notte in cui i ragazzi si scoprivano a ingannare il tempo scrivendo lettere, entra in un’altra dimensione vicina alla vita vera».

 

(Nella foto La caserma)