Pubblicato il 24/12/2020, 19:01 | Scritto da La Redazione

Stefano Coletta, Rai1: Devo lanciare nuovi volti

Stefano Coletta: «Su Rai1 il talento delle star, ma puntiamo su volti nuovi»

Corriere della sera, pagina 53, di Renato Franco.

È arrivato a Rai1 a 20 giorni da Sanremo, «subito una grande magia» (grazie al Festival) e «poi il lockdown» (grazie al Covid-19). Alla guida di Rai1 da 11 mesi, laurea in Lettere e Filosofia («ma parlare di me come l’intellettuale di Rai3 è una banalizzazione») il direttore Stefano Coletta è uno psicanalista mancato.

La Rai è un manicomio?
«Per fare prodotto bisogna avere grande saggezza, grande consapevolezza, ma anche grande nevrosi, saper essere folli al momento giusto. La Rai non è un manicomio, ma un bersaglio che attira l’interesse di tanti occhi esterni e quando sei così controllato un po’ di psicosi rischia di venire a galla».
Qual è il suo bilancio?
«Tradizionalmente un direttore eredita un palinsesto strutturato e ha il tempo per lavorare alla sua vera prima stagione. Io invece dall’8 marzo ho dovuto variare tutto: Rai1 in primavera ha trasmesso 33 prime serate in più in replica rispetto al 2019; non avevamo la Champions e abbiamo ridotto la fiction. In più abbiamo avuto un taglio di budget pesante. Eppure con un lavoro di riedizione piuttosto che creativo chiudiamo l’anno in attivo rispetto a quello precedente. Vuol dire che Rai1 resta il canale degli italiani, delle famiglie, della rassicurazione. Oggi vedo una tv più elegante, guardando Rai1 mi sembra di vedere una tv francese».
Ha deciso di affidare La vita in diretta al solo Matano, lasciando a casa la sovranista Cuccarini. Scelta politica?
«Non ci sono ragioni politiche, anzi con Lorella ho un buon rapporto. Semplicemente non mi interessa la conduzione duale: penso che non sia un’idea contemporanea e che i contenitori abbiano fatto il loro tempo. Matano con una narrazione garbata fa spesso il 17/18% di share, più 1,6% rispetto all’autunno scorso».

The Voice Senior è stata una scommessa vinta.
«Antonella Clerici rappresenta quello che Rai1 deve avere: una conduzione senza filtri, diretta, colloquiale, ma anche con un’anima giornalistica. Negli ultimi anni non aveva avuto successi in prime time e volevo tornasse con un programma di intrattenimento che portasse anche storie di vita perché ho sempre amato il rapporto tra presente e memoria».
Clerici, Conti, Carlucci, Venier: solo loro hanno le chiavi di Rai1. Non è un po’ poco?
«Oggi il mio compito primario va in questo senso, dobbiamo dare spazio a nuovi volti. Dopo Sanremo faremo La canzone segreta con Serena Rossi, che sa cantare, sa tenere il mood familiare, ha il codice giusto per Rai1. Serena rappresenta l’inizio di questo lavoro, ma ho già in mente altri volti nuovi».
Morgan ha chiuso per sempre con Rai1?
«Penso che Morgan abbia una sensibilità che supera ogni visione banale della vita, ma fa anche rima con un maledettismo che non è solo provocatorio. Ovviamente ho condiviso la scelta di escluderlo da Sanremo Giovani fatta da Amadeus, ma gli voglio bene e penso che viva il lavoro come una famiglia di cui ha bisogno: spero ci sia modo di fare altre cose insieme».

 

(Nella foto Stefano Coletta)