Vivendi vince un altro round contro Mediaset
Mediaset, il Tar dà ragione a Vivendi
Corriere della sera, pagina 41, di Federico De Rosa.
Si muove un’altra pedina nella partita a scacchi tra Mediaset e Vivendi. Ieri il Tar del Lazio ha deciso di accogliere il ricorso di Vivendi annullando la delibera con cui l’AgCom aveva congelato parte delle azioni detenute dal gruppo francese in Mediaset. Il dispositivo della sentenza emessa dal tribunale amministrativo a valle della camera di Consiglio riunita il 16 dicembre scorso è stato reso noto ieri. Si tratta di un punto importante per Vivendi, che può tornare in possesso dei diritti di voto in Mediaset e del pieno diritto di dare istruzioni di voto in merito alla quota che fa capo a Simon Fiduciaria – il trust a cui è stato trasferito il 19% del capitale del Biscione per ordine dell’AgCom – e quindi, in un’eventuale assemblea di Cologno, di poter votare con il 29%. Il gruppo francese ha accolto «con favore la sentenza» ha commentato un portavoce. È stato ripristinato finalmente lo stato di diritto» ha aggiunto «è confermato che l’acquisizione di azioni Mediaset da parte di Vivendi non ha violato le leggi italiane sui media; al contrario, le restrizioni imposte a Vivendi erano illegali».
È probabile che Mediaset presenti ricorso al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva. Anche se va tuttavia considerato che il dispositivo del Tar si riferisce a una vicenda, quella del ricorso di Vivendi contro la delibera AgCom del 18 aprile 2017, sostanzialmente chiusa a settembre dalla Corte di Giustizia Ue con la sentenza favorevole ai francesi sul congelamento illegittimo della quota.
In coda alla Corte di Giustizia UE
Il Tar si è insomma adeguato alla linea della Ue recependo l’orientamento dei giudici del Lussemburgo. Nel frattempo, però, sullo scacchiere ci sono stati altri movimenti e la questione della presenza di Vivendi in Tim e Mediaset è tornata sotto i riflettori. La scorsa settimana l’Authority per le comunicazioni ha avviato infatti una nuova istruttoria sul gruppo francese in base a una legge – contestata da Vivendi con un denuncia contro l’Italia a Bruxelles – nata da un emendamento del governo e varata a fine novembre. Il procedimento può durare fino a sei mesi e l’Authority ha il potere di imporre correttivi a tutela della pluralità nel settore dei media, laddove ravvisasse problemi di concentrazione.
(Nella foto le sedi Mediaset e Vivendi)