Pubblicato il 23/12/2020, 11:32 | Scritto da La Redazione

Ma è Cologno Monzese o il Pentagono?

Ma è Cologno Monzese o il Pentagono?
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: per mettere in sicurezza il campus di Mediaset «ci siamo ispirati al Defcon, lo stato d'allarme delle forze armate statunitensi. Ci sembrava una scala efficace: il livello cinque è una condizione ordinaria, l'uno rappresenta la gravità massima, quella in cui tutto si blocca», racconta Niccolò Querci, braccio destro di Pier Silvio Berlusconi.

Ci siamo fatti il nostro i Dpcm e funziona

Panorama, pagina 48, di Marco Morello.

Oltre 25 mila test diagnostici eseguiti, quasi 9 mila soltanto nel mese di novembre. Tampone obbligatorio ogni sette giorni, il vaccino antinfluenzale e quello anti-polmonite a disposizione di chiunque desideri proteggersi: in 1.500 ne hanno scelto uno oppure entrambi. Più di 600 mila mascherine distribuite, uno smart working organizzato e flessibile, capace di adeguarsi alle curve della pandemia e ai provvedimenti del Governo: da 3.800 ingressi giornalieri nelle sedi milanesi in condizioni normali si è scesi a 600 ad aprile, fino a risalire a 1.500 nelle ultime settimane. Gli altri, tutti connessi e operativi da casa, grazie anche a una nuova rete intranet che coordina aggiornamenti e comunicazioni.

Non è la task force di un piccolo comune oltremodo efficiente, ma la sintesi del meccanismo messo a punto da Mediaset per rispondere all’emergenza del coronavirus. «Per una ragione doppia: tutelare la salute dei nostri colleghi e collaboratori e, in parallelo, salvaguardare il diritto dei cittadini di essere informati e intrattenuti in un momento così particolare. Trasmettere, più che una serie di programmi, un messaggio di normalità». A raccontarlo è Niccolò Querci, il responsabile delle persone di tutto il gruppo («non scriva personale o risorse umane, sono termini antichi» si raccomanda). Modi informali, occhi azzurri espressivi, accento toscano inconfondibile, Querci accoglie Panorama a Cologno Monzese, il campus principale di Mediaset, la sua casa da tempo: da una ventina d’anni ne abita stanze e corridoi con numerosi incarichi di prima linea. Ha contribuito a indirizzare la storia della tv italiana dalla cabina di regia, ne ha viste, e risolte, di tutti i colori, mai però avrebbe immaginato la virata degli ultimi mesi, la consuetudine trasformata in emergenza.

Per contenerla, vi siete fatti il vostro Dpcm.
Nessuno aveva uno storico, né parametri o riferimenti. C’era da scrivere una pagina bianca e l’abbiamo riempita con il buon senso. Ci abbiamo ragionato a lungo, di continuo, inventandoci di tutto. Dovevamo alzare di molto l’asticella del nostro lavoro. L’ultimo arrivato è il «drive through».
Ovvero?
Chi avverte sintomi influenzali si presenta in macchina, gli viene somministrato un tampone rapido e uno molecolare all’interno della sua vettura, quindi torna a casa e aspetta il risultato definitivo in isolamento, così non contagia i colleghi. Ma se è positivo lo sappiamo subito e agiamo di conseguenza, tracciando i suoi contatti recenti. Il servizio è a disposizione pure di chi è rimasto in smart working, a tutela dei suoi familiari. A livello pubblico, con tale tempestività, non esiste niente del genere. Poi abbiamo esteso il tampone obbligatorio già previsto per i dipendenti che devono accedere a studi e uffici a tutti i fornitori che si muovono nel campus. Senza, non si entra. Ci siamo dati una disciplina militare.

Ora esagera.
Niente affatto, ci siamo ispirati al Defcon, lo stato d’allarme delle forze armate statunitensi. Ci sembrava una scala efficace: il livello cinque è una condizione ordinaria, l’uno rappresenta la gravità massima, quella in cui tutto si blocca. Ci siamo attrezzati per reagire in maniera proporzionale a qualsiasi scenario.
Sentite il peso del vostro ruolo?
La gente passa molto più tempo davanti alla tv, vuole sapere in tempo reale cosa succede nel mondo. A mio avviso, abbiamo messo insieme un’offerta televisiva seria, ampia, spessa. Senza inutili e controproducenti sensazionalismi.
Tanti sforzi hanno ripagato?
Da qualche centinaio di situazioni sospette siamo scesi a un numero irrisorio. Siamo un’eccellenza, un esempio da seguire per quelle aziende che vogliono mantenere la loro continuità operativa attraverso un investimento equilibrato. Nella nostra è stato semplice: la sua tradizione è quella di un editore che ha sempre avuto come priorità la sicurezza, la protezione e la valorizzazione dei lavoratori. Pier Silvio Berlusconi e tutta la sua famiglia non solo hanno applaudito queste iniziative, ma spingono ad andare oltre, a fare di più.

 

(Nella foto la sede Mediaset a Cologno Monzese)