Pubblicato il 21/12/2020, 14:32 | Scritto da La Redazione

Max Giusti pronto per Sanremo 2025

Max Giusti pronto per Sanremo 2025
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: si traveste da operaio cileno, diventa José e aiuta l’amministratore delegato della Peroni a fare il “Boss in incognito” in una puntata speciale, in onda stasera nel prime time di Rai2.

Max Giusti è il Boss in incognito

Il Tempo, pagina 23, di Francesco Puglisi.

Dopo il grande successo dell’ultima stagione, stasera torna su Rai2, in prima serata, Max Giusti con una puntata speciale inedita di Boss in incognito, il docu-reality prodotto in collaborazione con Endemol Shine Italy che racconta l’avventura degli imprenditori che hanno deciso di affrontare la sfida di lavorare sotto mentite spoglie, per una settimana, insieme ai loro dipendenti. Alla vigilia di un Natale diverso per tutti, con le conseguenze di una pandemia che sta richiedendo grandi sacrifici a imprenditori e lavoratori, le telecamere di Boss in incognito, con un nuovo escamotage, entreranno in una azienda italiana d’eccellenza: Birra Peroni, con il suo Amministratore Delegato, Enrico Galasso, che andrà sotto copertura.

All’interno dello stabilimento della Birra Peroni e nella Malteria di proprietà dell’azienda, il programma seguirà tutte le fasi del processo produttivo della birra, un prodotto che, da oltre 170 anni, entra nelle case degli italiani, espressione del made in Italy nel mondo. Per entrare nella sua azienda senza farsi riconoscere, il boss passerà sotto le attente mani dei truccatori del programma e cambierà nome, diventando Lorenzo. Anche in questo speciale, però, non sarà solo il boss a camuffarsi, assumendo nuove sembianze e una nuova identità. A sostituirlo, in alcune mansioni, ci sarà Max Giusti che avrà un nuovo personaggio da interpretare: smessi i panni di Giancarlo, protagonista dell’ultima stagione, vestirà quelli di Josè, un operaio di origini cilene, che aiuterà il boss nella sua missione.

Le storie degli operai

Il Boss, Enrico-Lorenzo, durante il suo viaggio incontrerà Rita, un’operaia dello Stabilimento di Padova, che da oltre quarant’anni lavora in Peroni e con lei imparerà a degustare la birra, ossia a fare il controllo qualità del prodotto; scenderà poi nelle cantine con Salvatore, un giovane padre che ha dovuto affrontare un periodo molto difficile; incontrerà Michele, un operaio della stabilimento di Bari al quale il Natale ricorda uno dei periodi più bui della sua vita; e, infine, farà la conoscenza di Roberto, un cinquantenne che si è dovuto reinventare ed accettare un lavoro lontano dagli affetti più cari.

Max Giusti: «Proietti era il numero uno. E ho cantato con Aykroyd. Nel 2025 Sanremo è mio»

Il Fatto Quotidiano, pagina 20, di Alessandro Ferrucci.

Nato ai bordi di periferia: “Quando mia nonna doveva andare in centro, per comprare il corredo all’unica figlia, quasi ci preparava al suo viaggio: ‘Domani vado a Roma”. E lei? “Ancora vivo nello stesso quartiere, mi sono spostato di pochi metri da dove sono cresciuto”. Max Giusti recita come una preghiera laica e sedimentata l’indirizzo – storico – di casa, “Via del Trullo 190” una sorta di “Via Paolo Fabbri 43”, come cantava Francesco Guccini; dentro quel “190” ha conosciuto la vita, la lotta, il centimetro da conquistare, da difendere, i cazzotti, la solidarietà, i soldi da risparmiare e cosa vuol dire crescere tra mura operaie. Poi, a 16 anni, sono salito sul palco ed è cambiato tutto”.

Da allora è diventato uno dei volti televisivi più impiegati (“Tra Rai e Discovery ho 1.500 puntate di serale”) ha girato l’Italia con i suoi spettacoli, ha vinto il reality Pechino-Express e ora è su Rai2 in un programma che per uno come lui è una forma di catarsi, di nemesi: Il boss in incognito, in cui entra realmente nelle fabbriche e conosce gli operai. “Emozione pura, però ora dateme un palcoscenico e un camerino sennò m’ammazzo”

Non cela fa più.
Ho capito che non posso fare a meno del live.
Per carità.
Un anno avevo, contemporaneamente, Affari tuoi su Rai1, le riprese di Distretto di polizia, le serate a teatro e la domenica Quelli che il calcio… Non dormivo. Magari appoggiavo il volto sulle mani e chiudevo gli occhi per cinque minuti. Ma anche allora non ho mai smesso con gli spettacoli dal vivo.
Perché?
Sul palco hai una libertà editoriale senza pari, dove l’unico limite è dettato dagli applausi o dai fischi del pubblico; e poi c’è un bisogno fisiologico, un desiderio di riscontro, di interazione umana, perché noi siamo come dei circensi abituati a vivere la provincia, non solo le grandi città. Sono pazzo di quella vita.
Tutto è relativizzato.
Mi sogno anche gli alberghi tristi e puzzolenti, talmente brutti da risultare perfetti per un suicidio; e poi il cibo post spettacolo, con le digestioni così impegnative da farmi apparire di notte Frank Zappa mentre suona la Macarena a Milly Carlucci.

E i viaggi?
(C’è commozione) Quando i tir, con la nebbia, diventano amici perché ti tracciano la strada, o la poetica dell’Autogrill di notte: sulla Roma-L’Aquila, e da anni, incontro sempre la stessa ragazza, ogni volta mi fermo per due chiacchiere (e inizia una lunga analisi sulla fatica dei lavoratori e la necessità di una presenza notturna per la sicurezza delle donne).
Insomma, il quartiere.
Stavo lì, era la mia realtà: (ci pensa) un esempio? Il Colosseo l’ho scoperto a 12 o 13 anni: per me, ciò che era esterno al Trullo assumeva tracce esotiche; il parametro per capire lo status della zona era il colore dei capelli delle donne: più mi avvicinavo al centro e più aumentavano le bionde.
I Vanzina hanno girato un film, Le finte bionde.
Un giorno sono andato ai Parioli (Nord di Roma) in sella al mio Ciao: credevo di stare in Germania.
Provava invidia?
Non mi appartiene: se a un amico gli va bene, riesco a godere per lui; più che altro rosico quando vedo un collega impegnato in un programma che mi piace, poi mi calmo con la convinzione che “tanto prima o poi ci arrivo”.
Tipo?
Partiamo da un dato: nel curriculum ho 1.500 puntate di serale, tre varietà, la Lotteria Italia…
E allora?
Tra cinque anni sono pronto per condurre Sanremo.

 

(Nella foto Max Giusti)