Pubblicato il 14/12/2020, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Bruxelles boccia la norma salva Mediaset

Bruxelles boccia la norma salva Mediaset
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: lo fa con una lettera spedita al ministero dello Sviluppo Economico. Il 13 novembre i servizi del commissario europeo al Mercato Interno, il francese Thierry Breton, avevano scritto al Governo chiedendo di notificare quello che ai tempi era solo un emendamento per verificarne la compatibilità con le norme Ue: non hanno mai avuto risposta.

Bruxelles boccia la norma che protegge Mediaset dalla scalata di Vivendi

La Repubblica, pagina 10, di Alberto D’Argenio e Claudio Tito.

Bruxelles blocca la norma salva-Mediaset. E lo fa con un atto formale. Una lettera spedita venerdì scorso e recapitata negli uffici del ministero dello Sviluppo Economico. Dopo le polemiche delle settimane scorse, ecco dunque un’altra pagina del lunghissimo braccio di ferro tra la società di Silvio Berlusconi e la francese Vivendi. La guerra è aperta. E lo stop della Commissione europea non arriva in un momento qualsiasi. Ma proprio alla vigilia di un probabile nuovo intervento del Tar sul congelamento delle azioni del Biscione acquisite dal gruppo francese. E soprattutto dopo che la procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti dei vertici di Vivendi mettendo sul banco le accuse di «manipolazione del mercato» e «ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza».

Il Governo italiano a novembre scorso era sceso in campo con un emendamento, approvato in via definitiva, al decreto Ristori. Una misura che nella sostanza offriva una difesa a Mediaset rispetto ai tentativi di scalata dell’azienda di Bolloré e De Puyfontaine tenendo conto della posizione dominante dei francesi in un’altra importantissima società che opera nel campo delle telecomunicazioni: Tim. Una situazione che ha posto il tema della eccessiva concentrazione e della libertà del mercato. L’idea della maggioranza giallorossa, allora, è stata quella di introdurre una sorta di sospensione di sei mesi in cui l’Autorità garante per le comunicazioni dovrà svolgere una istruttoria per verificare gli effetti distorsivi sul mercato.

Bruxelles blocca tutto

Ma, ora, appunto arriva lo stop dell’Unione Europea. Con un giudizio che può sortire più di un effetto nella querelle in corso. Perché quella norma viene considerata inapplicabile. Le motivazioni dell’esecutivo comunitario sono di ordine procedurale e sostanziale. Una valutazione che appunto potrebbe produrre effetti sull’orientamento dell’Agcom che proprio oggi – come annunciato pubblicamente dal suo presidente – dovrebbe aprire un’indagine sul tentativo di scalata di Vivendi e sull’udienza – prevista per mercoledì – in cui il Tar potrebbe esprimersi sulla richiesta di sospensione inoltrata dal colosso francese.

Già lo scorso 13 novembre i servizi del commissario europeo al Mercato Interno, il francese Thierry Breton, avevano scritto al Governo chiedendo di notificare a Bruxelles quello che ai tempi era solo un emendamento per una verifica preventiva di merito sulla sua compatibilità con la normativa comunitaria. Una portavoce della Commissione aveva sottolineato che l’Europa riconosce l’importanza di «difendere il pluralismo dei media», ma che tale obiettivo va raggiunto «con provvedimenti proporzionati anche tenendo conto degli sviluppi del mercato e dei trend globali dell’industria». E soprattutto – aveva aggiunto – che le misure «non devono mettere in pericolo la libertà di circolazione di beni e servizi stabilita dal Trattato».

 

(Nella foto le sedi Mediaset e Vivendi)