Pubblicato il 07/12/2020, 14:34 | Scritto da La Redazione

Renzo Arbore: Indietro tutta per guardare avanti

Renzo Arbore: «E ora indietro tutta, operazione nostalgia»

Il Messaggero, pagina 23, di Ilaria Ravarino.

«Torniamo indietro per andare avanti. È tutta una questione di fondamentals». Lo dice così Renzo Arbore, 83 anni, in un americano maccheronico, per sdrammatizzare l’effetto nostalgia che è il rischio dell’operazione in partenza con la (ri)messa in onda, oggi e lunedì 14 in prima serata su Rai2, di Guarda… stupisci, il suo programma del 2018 sulla canzone umoristica napoletana. Uno spettacolo condotto con Nino Frassica e Andrea Delogu, diventato quest’anno anche un libro (Guarda, stupisci: viaggio nella canzone umoristica napoletana, Solferino), che torna in tv in versione rimontata “special edition”, per raccontare i fondamentali dell’arte della risata con maestri come Gigi Proietti, Enrico Montesano o Tullio De Piscopo. Per un innovatore come Arbore, che del concetto di alternativo ha fatto fin dalla fine degli Anni Settanta un marchio, l’operazione ha un sapore più rivoluzionario che nostalgico: «Ero alternativo in avanguardia, ora lo sono in retroguardia».

Nessun effetto nostalgia?
«Non si tratta di essere nostalgici, ma di rinfrescare la memoria: alla mia età, invece di andare appresso alle nuove generazioni, che mi sembra se la cavino benissimo da sole, preferisco recuperare i fondamentali».
Ma cos’ha di rivoluzionario la canzone napoletana?
«Tutto. La poesia dei testi. E la melodiosità. Elegante, internazionale. Se prima era rivoluzionario mettere i Rolling Stones in radio, ora lo è portare quella musica in tv. Il rischio è di identificare tutta la musica napoletana in un solo genere. Un po’ come si faceva un tempo con le “canzoni di Sanremo”. Prima di renderci con l’intrattenimento, la tv “artistica”, quella del sorriso. Mica solo in Rai. Anche la concorrenza. C’è un gran silenzio».
Non ha voglia di spezzarlo?
«Le idee ce l’ho, belle e segrete, nei miei cassetti. Ma non riesco a trovare compagni di cordata. Anzi: proprio non ci sono. Altrimenti avrebbero fatto capolino».

Perché?
«Probabilmente la Rete distrae senza fare palestra. I ragazzi hanno a disposizione un archivio immenso, sul web, e non lo frequentano. Dovrebbero cliccare le cose di Aldo Fabrizi, o di Gigi Proietti. Anche lui si lamentava di non trovare più partner».
Non le piace nessuno?
«Mi piace Guzzanti, momentaneamente silenzioso anche lui, o Elio che è un amico. Manca la nuova leva. Anche nei talent passa di tutto: cantanti, musicisti, acrobati ma umoristi mai».
Lei ha innovato ma non ha creato scuole.
«Ma la mia prima destinazione è sempre stata la musica, non la tv. Ho riscoperto trent’anni fa la canzone napoletana classica, ho fondato l’orchestra stabile più longeva del mondo. Nel 2001 ho riscoperto lo swing con gli Swing Maniacs prima di Michael Bublé. Ho riscoperto la canzone umoristica portando a Sanremo Il clarinetto, e fui pure premiato. Semplicemente mi sono dedicato a questo. Con Bandiera Gialla e Alto Gradimento ha fatto anche un’altra radio».
Oggi l’ascolta?
«Ascolto Lillo e Greg. Raccontano tic ed espedienti, fanno collegamenti fasulli, non fanno satira né imitazioni. Sono sulla scia di Alto Gradimento».
La radiovisione le piace?
«È un segno dei tempi. Oggi funzionano i backstage, i ragazzi vogliono vedere il dietro le quinte. Peccato, toglie la magia».

 

(Nella foto Renzo Arbore con Andrea Delogu e Nino Frassica)