Pubblicato il 01/12/2020, 17:33 | Scritto da La Redazione

Sviolinata di George Clooney a Netflix

George Clooney: «Dopo mesi di bucato provo a salvare il pianeta»

La Repubblica, pagina 41, di Arianna Finos.

La finestra digitale si apre su un sipario marrone e su George Clooney in camicia nera a maniche corte, capelli e barba perfetti malgrado abbia appena dichiarato di tagliarseli da solo con un Flowbee, aggeggio usato anche dagli astronauti. La conversazione scarta tra riflessioni sul futuro del genere umano e aneddoti casalinghi da clausura che il divo 59enne consegna con lo stesso tono rilassato. In The Midnight Sky, film apocalittico lanciato verso gli Oscar, dirige e interpreta un astronomo malato di cancro che nella solitudine dell’Artide, 2049, tenta di avvertire l’ignaro equipaggio di un’astronave di ritorno sulla Terra. Appuntamento su Netflix il 23 dicembre.

Nel film non si spiega perché il pianeta è distrutto.
«L’immaginazione è più potente di qualunque spiegazione. Siete voi a decidere se è stato un disastro climatico, una guerra nucleare o altro. Tutto l’odio e la divisione che ci sono oggi, li abbiamo immaginati in avanti nel tempo. Non riguarda solo gli Stati Uniti, anche se stiamo vivendo tempi difficili: è l’umanità a essere una cosa fragile. Jimmy Carter diceva che la pace deve essere condotta come una guerra. Se non lottiamo per la pace non è inconcepibile tra trent’anni trovarci in quella situazione. Mi sono innamorato della storia perché c’è speranza di redenzione e lotta per un’idea di umanità. Ne vale la pena? La risposta del film è sì. Sono ottimista per l’America, conosco Biden e so che è la persona giusta in questo momento».
Cosa ha scoperto di sé facendo Il film e cosa durante la clausura?
«È stato il film più difficile che abbia fatto, da attore e da regista. Non ero sicuro di farcela. Durante il lockdown ho fatto come tutti, ho fatto il bucato e ho lavato i pavimenti, i piatti, ho cambiato i pannolini, non i miei, ma quelli dei miei figli. Quando vivevo da solo avevo imparato ad aggiustare le cose, cambiare le lampadine, smontare il lavandino. La buona notizia è che sono ancora in grado di farlo».

II suo personaggio ha 70 anni e sta per morire. Ha mai toccato da vicino l’idea della morte?
«ln un paio di momenti ci sono andato vicino. Un anno e mezzo fa mi sono scontrato in moto a 70 miglia all’ora e ho pensato che era finita. E una volta, nel Sud del Sudan, siamo stati fermati, la pistola alla testa, ma volevano solo rapinare il nostro camion. E ancora sui monti africani: lanciavano bombe e missili contro il villaggio in cui eravamo. Sono cose che rifarei, a parte che dopo l’incidente non mi è più permesso guidare le moto. Mia moglie ha detto “ok basta”. Ho imparato che la vita è fragile, mentre volavo in aria e sono atterrato sulle ginocchia invece di spezzarmi il collo. È una questione di fortuna. Siamo fortunati a non essere nati in una zona di guerra, come la Siria oggi».
II suo personaggio cerca l’isolamento, lei che rapporto ha con la solitudine?
«Non mi ha mai preoccupato, anche se non la cerco. Ora ho due gemelli di tre anni e non ho un attimo di tregua, mi farebbe piacere un po’ di pace. Ma penso alla vera solitudine che viviamo per la pandemia. Penso al non poter abbracciare i miei parenti, ai miei amici che vanno a trovare i genitori nelle case di cura e li vedono dietro un vetro. Dobbiamo resistere qualche mese, sono sicuro che c’è una luce alla fine del tunnel

 

(Nella foto George Clooney)