Pubblicato il 27/11/2020, 14:34 | Scritto da La Redazione

Parchi vuoti, navi ferme. Topolino si salva con Disney+

Parchi vuoti, navi ferme. Topolino si salva con Disney+
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: la pandemia sta cambiando volto al gigante americano dell’intrattenimento. Che taglia 32 mila posti di lavoro. E punta tutte le fiches sulla Tv in streaming.

Disney, i tagli salgono a quota 32mila. Nei piani più streaming e meno parchi

Il Sole 24 Ore, pagina 26, di Andrea Biondi.

Walt Disney ha annunciato che nel primo semestre dell’esercizio fiscale 2020-2021 licenzierà 32mila addetti nei suoi parchi a tema a causa dell’impatto negativo della pandemia Covid-19 sulle sue attività. Disney non ha escluso ulteriori misure, compreso un aumento di capitale, una sospensione della distribuzione di dividendi o un’ulteriore riduzione di posti di lavoro.

A settembre la Disney aveva annunciato il taglio di 28mila dipendenti, per i due terzi part time e per la quasi totalità impiegati nei parchi divertimento. Non basta però. Quel numero ora sale a 32mila (su 203 mila totali e 155 mila impiegati nei parchi a tema), nella prima metà del 2021. E peraltro non completa la doccia gelata piovuta attraverso un documento depositato presso la Sec la sera prima della Festa del Ringraziamento. La casa di Topolino non ha infatti escluso ulteriori misure, compreso un aumento di capitale, la mancata distribuzione di dividendi in futuro, la riduzione o il mancato pagamento dei contributi ai piani pensionistici fino all’ulteriore riduzione di posti di lavoro. La magia del mondo Disney sta pesantemente scontrandosi con gli effetti della pandemia da Covid-19.

L’ultimo bilancio

A partire dall’impatto negativo per 7,4 miliardi di dollari registrato nell’ultimo esercizio fiscale chiuso a settembre con ricavi scesi del 6% a 654 miliardi di dollari, con 4,2 miliardi di dollari persi per strada fra un anno e l’altro. Guardando all’utile, sono andati bruciati 13,9 miliardi di dollari, per un rosso finale di 2,9 miliardi. Non è un caso che il board, pungolato a suo tempo dal fondo attivista Third Point, abbia deciso di continuare a tenere sospeso il pagamento del dividendo, anche per gennaio 2021 (ultimo pagato a gennaio 2020). Il “rosso” all’ultima riga era del resto uno sconosciuto per la Disney prima che due trimestri consecutivi in perdita la trascinassero in sabbie mobili dalle quali ha dato segnali di voler uscire spostando il baricentro: da parchi, castelli e ruote panoramiche, sempre di più verso lo streaming.

I problemi del nuovo Ad

Certo è che i primi ora rappresentano il grande grattacapo per il numero uno Bob Chapek, da febbraio alla guida avendo sostituito Bob Iger che in 15 anni sulla tolda di comando ha traghettato e fatto crescere Disney attraverso una serie di acquisizioni miliardarie: Pixar, Marvel, Lucas Film fino all’ultimo takeover da 71 miliardi di dollari della Fox Entertainment di Rupert Murdoch. Operazione stellare, quest’ultima, ma che ha lasciato in dote un indebitamento, segnalato da Disney nel documento alla Sec, di circa 58,6 miliardi di dollari con liquidità disponibile per 17,9 miliardi. Paradosso nel paradosso, Chapek era alla guida dei parchi a tema: allora il business più redditizio e ora il grande malato. In cui i ricavi sono scesi da 26,3 a 16,5 miliardi di dollari in un anno. Pesavano il 37% del totale nel 2019, per scendere al 25%.

 

(Nell’immagine il logo di Disney+)