Pubblicato il 25/11/2020, 11:30 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso stronca Giuseppe Conte

Aldo Grasso stronca Giuseppe Conte
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il critico del “Corriere della sera” passa al microscopio l’intervista di Lilli Gruber al presidente del Consiglio. Risultato: un crescendo di giudizi negativi. Una sonora bocciatura.

Quel raffreddore che «raffredda» la comunicazione

Corriere della sera, pagina 55, Aldo Grasso.

Come comunica Giuseppe Conte? Ospite di Lilli Gruber a La7 il premier si presenta sorridente, con il suo solito aplomb, il viso disteso a dispetto di ogni stress. Ha alcune idee chiare e le espone con fermezza: niente vacanze indiscriminate sulla neve, possibile apertura delle scuole prima di Natale, volontà di «far correre l’economia» nel rispetto dei protocolli sanitari, evitando assembramenti. Poi sono cominciati i colpi di tosse, naso palesemente chiuso, intensi respiri (il volto della Gruber esprimeva preoccupazione). E qui la sicurezza del premier ha cominciato a incrinarsi. A volte basta un raffreddore per raffreddare una comunicazione che, da quel momento, si è fatta più incerta.

Conte ha cominciato a trincerarsi dietro una sfilza di «ci stiamo lavorando», «vedremo», «stiamo valutando», «non mi faccia dire il nome», «decideremo» e a leggere sul telefonino le risposte. Persino sui vaccini ha tentennato: «Raccomandiamo che tutti si vaccinino, ma io sono per la facoltatività». Ovviamente, in queste situazioni, il detto e il non detto sono ugualmente pieni di significati. Prima verboso, poi reticente.

Le difficoltà

Ci sono stati tre momenti in cui il premier è parso in difficoltà, in un momento in cui il Paese avrebbe estremo bisogno di sicurezze. Il primo: la difesa a oltranza di Arcuri investito di poteri che neanche Superman saprebbe soddisfare. Risposta: «Smontare ora questa struttura sarebbe un errore». II secondo: Gruber gli chiede se non sarebbe il caso di chiedere qualche consiglio a Mario Draghi. Smarrimento del premier. «Mi fido del ministro dell’Economia». Fa bene a fidarsi, ma il ministro Gualtieri è prof. associato di Storia contemporanea e la viceministra è quella Castelli che a Pier Carlo Padoan, intento a spiegarle l’abc dell’economia, disse. «Questo lo dice lei!». Il terzo: Conte: «Abbiamo messo sul tavolo consistenti ristori». E lì sono rimasti. Tutta colpa del raffreddore?

 

(Nella foto Giuseppe Conte)