Pubblicato il 18/11/2020, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Vivendi-Mediaset, un affaire di politica internazionale

Salva-Mediaset, ira di Bolloré: «Pronto al ricorso In Europa»

La Stampa, pagina 18, di Leonardo Martinelli.

Vincent Bolloré, il magnate francese presente in Italia, sia nel capitale di Tim che di Mediaset (e al centro di un’annosa battaglia giudiziaria con la famiglia Berlusconi), sta perdendo la pazienza. Vivendi (sotto il controllo di Bolloré) ha fatto recapitare una lettera al premier Conte, a Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, rispettivamente ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico. Chiede uno stizzito «chiarimento» sull’emendamento al dl Covid-19 definito «anti-scalata» o meglio «salva-Mediaset». E minaccia una reazione dei francesi: «Vivendi non avrà altra scelta – si legge nel testo della missiva, rivelato dall’HuffPost – che fare ricorso alla Commissione europea per preservare i propri diritti».

Insomma, la nuova battaglia di Bolloré potrebbe diventare politico-diplomatica, coinvolgendo l’Esecutivo Ue e Ursula von der Leyen, che vedono sconfessata dal famoso emendamento una sentenza della Corte di giustizia europea (che è a favore dei francesi). E potrebbe muoversi pure Emmanuel Macròn, che con Bolloré ha un filo diretto. Ieri sera Vivendi opponeva un «no comment» sulla vicenda. Fonti vicine al gruppo indicavano comunque di «non capire bene la strategia del governo italiano». Vuole assicurarsi il sostegno politico di Berlusconi? Ma certe voci sostengono pure che il Cavaliere sarebbe stato all’oscuro dell’emendamento, che pure lo rimette al centro della scena.

Qualcuno sostiene che dentro Mediaset – dove si continua a trattare per trovare una quadra coi francesi – l’emendamento sarebbe visto perfino con fastidio, visto che al di là del clamore difficilmente potrebbe impedire ai francesi (se del caso con l’aiuto di un giudice) di votare in assemblea e dunque di contare.

I rapporti italo-francesi

Dalla lettera di Vivendi traspare anche una buona dose di delusione. I francesi avevano accettato le volontà di Conte e compagnia sulle strategie di Cdp sulla rete unica, dopo il via libera all’operazione da parte del Cda di Telecom del 4 agosto scorso: il frutto dei negoziati con il governo italiano di Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi, l’aristocratico dai modi garbati che il «pirata» Bolloré invia costantemente al fronte. Ecco, dicono i francesi, come siamo ripagati. La sentenza della Corte Ue ha eliminato i tetti stabiliti della legge Gasparri, permettendo a Vivendi di riavere tutto il suo 29,9% di Mediaset (ora segregato per il 19,9% in una fiduciaria) e mantenendo il 23,9% di Tim.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)