Pubblicato il 10/11/2020, 17:34 | Scritto da La Redazione
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I Berlusconi offrono il calumet della pace a Vivendi

I Berlusconi offrono il calumet della pace a Vivendi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: sfumata l'ipotesi di un intervento dei francesi nel capitale della tedesca ProsiebenSat.1 (di cui Mediaset ha il 24,9%), le ipotesi sono il coinvolgimento del Biscione nell’affaire Lagardère (dove i transalpini sono il primo azionista e vogliono fare lo spezzatino) o un ingresso dell'azienda di Bolloré nel capitale di Ei Towers, rilevando la quota di Mediaset, 40%.

Ora Berlusconi bussa a Bolloré

MF – MilanoFinanza, pagina 9, di Andrea Montanari.

L’intento comune è sempre quello di definire un accordo industriale tombale in tempi possibilmente rapidi. E se in estate, come riferito da MF-Milano Finanza, erano stati i vertici di Vivendi a farsi vivi con Mediaset con alcune lettere contenenti ipotesi di intesa bilaterale mai però divenute realtà, ora la strada del possibile armistizio è stata tracciata sulla rotta Cologno Monzese-Parigi. Perché, secondo quanto appreso in ambienti istituzionali, di recente è stato il network tv italiano a farsi avanti presentando una nuova proposta d’accordo. Secondo indiscrezioni, sono stati Silvio Berlusconi e il figlio Pier Silvio, guida operativa di Mediaset e fautore del progetto MediaForEurope, a indirizzare una missiva a Vincent Bolloré e al suo braccio destro, Arnaud de Puyfontaine, AD di Vivendi. Controparte transalpina che ha fatto le sue riflessioni e le controsservazioni e che resta in attesa di una risposta dal fronte italiano.

Al momento non è stato possibile apprendere il contenuto della proposta targata Berlusconi, ma è noto che Mediaset chiede da anni 3 miliardi di risarcimento danni all’azionista (28,8% del capitale) francese dopo che quest’ultimo, nel luglio del 2016, non ha dato esecuzione al contratto vincolante siglato nell’aprile di quello stesso anno relativo all’acquisto del 100% dell’ex pay tv Premium e allo scambio azionario del 3,5% tra le due società quotate.

In attesa del Tribunale

Mediaset, in attesa del giudizio del Tribunale di Milano (in Procura pende da tre anni l’inchiesta per aggiotaggio che vede indagati Bolloré e de Puyfontaine), è pronta a trovare una soluzione extragiudiziale abbassando le pretese economiche. Ma chiede, come ha sempre fatto, impegni precisi a Vivendi, nel frattempo tornata in possesso della partecipazione nella sua interezza. Un modo per siglare la pace è avere il sostegno di Bolloré nell’operazione Mfe.

Ma sfumata l’ipotesi di intervento di Vivendi nel capitale della tedesca ProsiebenSat.1(il Biscione è il primo socio con il 24,9%), le opzioni sono altre. E come già riportato da questo giornale fanno riferimento a un eventuale intervento del Biscione nella complessa partita francese Lagardère (Vivendi è il primo azionista e vuole lo spezzatino del gruppo) o a un ingresso dell’azienda di Bolloré nel capitale di Ei Towers rilevando la quota di Mediaset, 40%.

 

(Nella foto le sedi Mediaset e Vivendi)