Pubblicato il 09/11/2020, 14:34 | Scritto da La Redazione
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Gianpaolo Rossi, cda Rai: La tv di Stato non licenzierà

Gianpaolo Rossi, cda Rai: La tv di Stato non licenzierà
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il consigliere d’amministrazione di viale Mazzini assicura che si sta parlando di scivoli pensionistici per ridurre i costi fissi.

Gianpaolo Rossi: «La Rai non vuole licenziare nessuno. Roma strategica, faremo investimenti»

Il Messaggero, pagina 6, di Mario Ajello.

C’è ansia a Roma. E preoccupazione: la Rai licenzia? Circolano indiscrezioni, dietrologie e notizie sul documento dell’ad della televisione pubblica, Fabrizio Salini, diretto al Cda, che fanno pensare a una drastica cura dimagrante per la Rai. Gianpaolo Rossi del consiglio di amministrazione è un componente molto influente, forse quello che – i paradossi della politica, ma anche le riprove della professionalità – ha il rapporto operativo più stretto con l’amministratore delegato.

Rossi, la Rai vuole licenziare come stanno temendo un po’ tutti qui a Roma?
«Non è stata mai presa in considerazione la possibilità di licenziamenti. La Rai tutela con attenzione le risorse professionali, che ne sono l’asse portante».
Ma il documento presentato al Cda sembra dire proprio questo: tagli al personale.
«L’espressione usata, la cito tra virgolette, è questa: “Eventuale riduzione del perimetro occupazionale”».
E lei come la traduce, diversamente da come ci stanno scrivendo tanti romani timorosi di perdere il posto?
«L’espressione non si riferisce a possibili licenziamenti. Capisco le paure ma occorre intendersi bene».
Cioè?
«Significa che, tra le ipotesi in esame, c’è quella dell’attivazione di scivoli pensionistici su base volontaria».

La forza lavoro però diminuirà?
«Se dovesse avvenire, non certo per licenziamenti. Questa scelta della Rai è in linea con quanto fanno altri servizi pubblici europei. France Television ha previsto il prepensionamento di 2.000 dipendenti e l’assunzione di circa 900 nuovi; con un risparmio evidente di costi e un aumento di skill professionali più in linea con le esigenze digital previste dal mercato».
Questo è lo scenario Rai, se non entrano nuove risorse finanziarie?
«Non nuove risorse, ma quelle che spettano al servizio pubblico e che dal 2016 vengono indebitamente sottratte da parte dei diversi governi che si sono alternati in questi anni».
È stata l’emergenza Covid-19 a scatenare questo deficit finanziario?
«Ovviamente, sì. Perché si è contratta la raccolta pubblicitaria e anche quella dei cosiddetti canoni speciali. Ossia quelli pagati dalle imprese commerciali e ricettive che, a causa del lockdown, non vengono erogati più. Si tratta di una cifra complessiva di circa 150 milioni».
Roma perde tante imprese, una nuova batosta può derivare dal ridimensionamento della Rai?
«È proprio quello che vogliamo evitare. La Rai è centrale a Roma e in Italia per tutto il mercato audiovisivo e dell’intrattenimento. La Rai che alimenta il cinema, la fiction, la tivù. Ha un indotto occupazionale di decine di migliaia di persone. Le mancate risorse alla Rai sono un danno generale e anzitutto per Roma».

 

(Nella foto Gianpaolo Rossi)