Pubblicato il 15/10/2020, 17:33 | Scritto da La Redazione
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Mara Venier: Questo è l’ultimo anno in televisione

Mara Venier: «Le mie nove vite ma tutte vissute fuori posto»

La Repubblica, pagina 30, di Silvia Fumarola.

«Sono settanta, e non me li sento. Sono rimasta la hippy di Campo de’ Fiori, il posto delle fragole. Ma non è un periodo facile, ho paura del Covid-19. Non potrò festeggiare, quanti bisogna essere a casa? Sei? Otto?». II 20 ottobre Mara Venier compie 70 anni: da Mestre a Roma, dal cinema («Non ho lasciato il segno»), alla tv, primadonna a Domenica in. Non è pronta per la pensione, ma ripete: «È l’ultimo anno».

Mara, lo dice tutti gli anni.
«Ha ragione, ma stavolta è vero, penso seriamente di lasciare. Lavoro da una vita, ho un’età e voglio dedicarmi a Nicola (Carraro, il marito, ndr). Quest’anno con l’emergenza Covid-19 è uno stress: lo studio vuoto, la paura di ammalarmi. Stiamo vivendo un periodo complicato».
Torniamo indietro: l’arrivo a Roma?
«A vent’anni, per separarmi dal mio ex marito (Francesco Ferracini, ndr) che voleva fare l’attore e m’aveva lasciato a Mestre con una figlia di due anni senza un soldo. Prima abitavamo a Venezia, dove papà vendeva la frutta a Rialto, poi fu assunto nelle Ferrovie e ci siamo trasferiti. Una tragedia per mia madre. Con i primi soldi volevo comprarle una casa per riportarla a Venezia, ma non ha voluto: “Troppi ricordi”».
Pensare che Berlusconi le chiese di candidarsi sindaco di Venezia.
«La vita è incredibile».

Com’era la Roma degli anni 70?
«Magica. Mamma mi aveva cucito un cappottino di lana bianco e nero, caldo da morire. Era maggio. Francesco venne a prendermi in Rolls Royce con Roberto Capucci, passammo a Trinità dei Monti e io vedendo il tramonto pensai: “Non vado più via”. Capucci mi aiutò, iniziai come modella. Ero magra magra, mi offrì di posare per Esquire. Vestita coi suoi abiti, truccata e pettinata: la favola di Cenerentola».
Cenerentola senza principe. Almeno all’inizio.
«Sposata a 17 anni, poi nozze con Gerry Calà per allegria. Avrei voluto sposare Arbore, ma non ci ha mai pensato. Poi è arrivato Nicola, l’amore della vita. Mi sono fatta da sola, ho cominciato col cinema per sbarcare il lunario, senza credere in me».
E II negozio di abiti usati a Campo de’ Fiori?
«Si chiamava “II tempo perso”, per fare il verso a Giorgio Sammartin, che a Piazza Farnese aveva aperto la libreria “II tempo ritrovato”. Tutti intellettuali di sinistra, il padre di mio figlio Paolo, Pier Paolo Capponi, Gian Maria Volontè. La mia grande amica era Gabriella Ferri. Io mi sentivo sempre un po’ fuori posto».

Difficile credere che fosse timida.
«Giro Testa o croce con Pozzetto e Manfredi, Nanni Loy mi manda a promuovere il film a Domenica In con Nino. In studio scena muta. Alla fine Baudo chiede: “A chi fate gli auguri di Natale?”. E io nel panico: “Al presidente Pertini”. Pippo saluta Manfredi: “Bella la Venier, peccato non parli».
Le ultime parole famose.
«Nei dodici anni con Arbore ho capito che la tv è improvvisazione e divertimento. Ringrazio Maria De Filippi perché con Tu sì que vales mi sono liberata ero me stessa. E sono tornata a Domenica In davvero libera: sono quella che sono, non ho più niente da perdere. Ho vissuto nove vite, con dignità. In amore poco fortunata».

 

(Nella foto Mara Venier)