Pubblicato il 15/10/2020, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Tiziano Ferro: Sono stato un alcolista

«Ero un alcolista e volevo morire» La confessione di Tiziano Ferro

Corriere della sera, pagina 31, di Renato Franco.

«Una sera la band mi convinse a bere. E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista». È dedicata a Tiziano Ferro e alla sua confessione la copertina di 7, il magazine del Corriere domani in edicola e su digital edition. Il numero del settimanale si apre con la lunga, coraggiosa e toccante, lettera scritta dallo stesso Tiziano Ferro in cui il cantautore racconta la sua esperienza («l’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti») per aiutare chi vuole uscire dall’abisso della dipendenza come lui stesso è riuscito a fare.

Un’esperienza che Tiziano ha voluto fissare nel film-documentario Ferro, una produzione originale Amazon disponibile su Prime Video dal 6 novembre (lo stesso giorno esce anche Accetto miracoli: l’esperienza degli altri, il suo primo album di cover). Un documentario (che 7 ha potuto vedere in anteprima esclusiva) dove il cantautore ha tirato fuori tutto sé stesso. Altro che agiografia, ne emerge un ritratto molto consapevole in cui smantella pezzo per pezzo l’immagine esteriore, patinata, sempre un po’ photoshoppata, a uso di copertina, che i personaggi pubblici sono costretti spesso a indossare Se – complice il filtro, la gabbia, il cordone di sicurezza, l’alone di invincibilità che il business della discografia ti costruisce intorno – Tiziano Ferro poteva apparire a uno sguardo superficiale quasi urticante, un personaggio da maneggiare con cura, il Tiziano di Ferro si mostra in tutta la sua fragilità, in curiosa antitesi con quel cognome che rimanda al metallo per eccellenza più duro.

Una confessione coraggiosa

Il riassunto in 5 parole dei motivi per cui non era felice è come un taglio di Fontana, un colpo netto che lascia stupiti nella sua semplicità. «Alcolista, bulimico, gay, depresso, famoso. Pure questo, famoso, mi sembrava un difetto, forse il peggiore». Il suo è un coming out totale. Come quando confessa: «Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l’unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo».

 

(Nella foto Tiziano Ferro)